Donne da proteggere Sportelli, case rifugio e progetti in cantiere Avanti tutta, si riparte

Incontro per valutare i dati dell’ultimo anno e confrontarli coi precedenti. Fra gli obiettivi: camminata di sensibilizzazione, formazione. con le forze dell’ordine e campagna informativa a scuola e nelle aziende

Migration

di Monica Autunno

Fondi in arrivo dalla Regione per gli sportelli e le case rifugio, un primo incontro per valutare i dati dell’ultimo anno e confrontarli ai precedenti, tanti progetti già scritti per l’anno al via: la camminata di sensibilizzazione, nuovi momenti di formazione con le forze dell’ordine, e una sempre più incisiva campagna informativa, nelle scuole, in azienda, in occasione delle tante iniziative e attività dei comuni: parte il 2023 della Rete Antiviolenza Viola, sempre, e come dalla nascita, dalla parte delle vittime di violenza. Il primo tavolo tecnico politico della rete, che gestisce un centro antiviolenza, quattro sportelli e collabora con otto case rifugio nel bacino dell’Adda Martesana, si è tenuto nei giorni scorsi. L’attività prosegue, nuovi fondi alla mano. Dalla Regione 156mila euro a finanziare le azioni dell’anno che parte, altri 100mila sono in arrivo per supportare, a margine del caro energia, le case rifugio.

"Fondi preziosi - così Valentina Francapi, responsabile della Rete Viola per il Comune capofila, Melzo - sebbene soggetti a vincoli molto stretti, che a volte rendono complicata la programmazione. In un settore dove, naturalmente, le esigenze sono in costante cambiamento". Sotto la lente i dati: quelli del 2022 ad anno concluso e quelli del 2021, per una comparazione e qualche riflessione. Sono state 206 l’anno scorso le donne accolte al centro antiviolenza, contro le 166 del 2021. La maggior parte di loro, come già era stato in precedenza, hanno appreso dell’esistenza del servizio dalle forze dell’ordine, e si sono presentate spontaneamente. Con 111 accessi sul totale, il 54% sono ancora una volta per la maggior parte italiane le donne che hanno scelto di farsi aiutare. Una maggioranza importante: il rimanente è suddiviso in maniera equilibrata fra sedici altre nazionalità di provenienza.

"Certo, è un dato - così Francapi - ma restano dei dubbi interpretativi. Non bisogna dimenticare che le donne italiane conoscono la lingua, sono nel loro paese e forse maggiormente preparate. Vi è plausibilmente un sommerso fra le donne straniere che sfugge alla statistica". Un dato che non cambia quello relativo al maltrattante: marito o ex marito, convivente o ex. La violenza più spesso psicologica che fisica, denunciata in 150 dei 206 accessi del 2022. Infine, e non certo ultima, la messa in sicurezza: è scattata l’anno passato per 17 donne contro le 9 dell’anno precedente. Numeri alla mano, i progetti. "Si conta di anticipare la tradizionale camminata antiviolenza - così Francapi - magari ad ottobre, in modo che faccia da traino alle tante iniziative a tema del mese di novembre. Partiranno formazioni destinate, a questo giro, soprattutto alle Polizie Locali. E poi l’informazione: sarà capillare, e continua".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro