Maria Rita
Parsi
In questi giorni, di fronte all’impotenza di tanti governanti della terra a fermare la guerra in Ucraina, ho pensato di affidare la parola ai bambini. E al “bambino interiore”, termine utilizzato dal grande psichiatra e mio supervisore, Fabrizio Di Giulio, per indicare quella parte di noi adulta che, come afferma Albert Einstein, è ancora dotata della mente intuitiva. Mente intuitiva
che è “un dono sacro”. Al contrario della mente razionale che è il suo servo ed è votata a procurare benefici e vantaggi anche alla parte peggiore e malata di quei governanti che affliggono la terra con le loro guerresche patologie mentali. Ed è per questo che ho ripreso tra le mani un piccolo libretto del 2003 diffuso dall’Unità , giornale del Partito Comunista di allora. Il libretto s’intitolava “Il soldato con la pistola ad acqua”. L’aveva confezionato l’onorevole Anna Serafini e conteneva gli scritti che i bambini delle scuole elementari di ogni parte d’Italia avevano tracciato per esprimere cosa per
loro rappresentasse la calamità di ogni guerra. Guerra che essi
non avevano direttamente patito ma che, in quel momento, traumatizzava la vita di tanti di loro nel conflitto americano con l’Iraq. Il primo di questi scritti era un testo collettivo realizzato, nell’aprile del 2003, dai bambini della “II A dell’Istituto Manin di
Roma”- Sezione elementare Baccarini. Testo: Il soldato con la Pistola ad acqua.
“C’era una volta un soldato che andava a fare la guerra con la
pistola ad acqua. Invece di ammazzare i nemici, faceva fare a tutti il bagno completo o li schizzava. Questo soldato, invece, di portare le pallottole, portava dietro le spalle un recipiente pieno
d’acqua e così faceva rifornimento ogni volta che la pistola si scaricava. Nelle guerre che faceva questo soldato non c’erano
mai né morti né feriti. Al massimo, i nemici prendevano il raffreddore”. Volendo ricorrere alla mente intuitiva diremo che “quel raffreddore” somiglia alla variante “Omicron 2” in ragione della quale molti dei vaccinati per ben tre volte vivono la quotidiana
esperienza di un contagio. Infine, vorrei ricordare le parole
di bambini e preadolescenti relative alla guerra. Sperando, in cuor mio, che i governanti le leggano. D., 12 anni: “La guerra è la cosa più stupida che ci possa essere- Un modo pessimo di avere le cose o il potere.Durante la guerra succede che muoiono tante persone innocenti“.
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