Rovinate dalla chirurgia estetica, interventi al seno con esiti da incubo: casi in procura

Milano: il caso di due giovani che si sono sottoposte a mastoplastica additiva e liposuzione, finiti sotto la lente della procura per via dei danni causati

una sala operatoria (repertorio)

una sala operatoria (repertorio)

Milano, 16 maggio 2022 - Rovinate dagli interventi di chirurgia plastica, non solo interventi malfatti, ma veri e propri disastri fisici. Il sogno di cambiare, in meglio, con un ritocco al seno o una liposuzione in alcuni casi può trasformarsi in un incubo. Come è successo a due giovani donne poco più che trentenni che si sono sottoposte ad un intervento di rifacimento del seno, in un caso anche, alla liposuzione. In parole semplici gli interventi, mastoplastica additiva e liposuzione, finiti sotto la lente della procura per via dei danni causati, hanno lasciato cicatrici permanenti e un percorso di recupero doloroso per la mente e il corpo.

Il primo caso è quello di Lucia (nome di fantasia) che ha decisio di rivolgersi al chirurgo plastico S.G. che l’ha operata a Villa Letizia, casa di cura rinomata per ospitare gli interventi estetici. La giovane racconta - come si legge nelle carte della informazione di garanzia a firma del pm Letizia Mocciaro - che l’intervento le ha procurato "gravi lesioni personali consistenti in un generale peggioramento delle condizioni estetiche rispetto al momento pre-operatorio". In particolare si legge negli atti, la donna denuncia "una asimmetria mammaria con il seno destro visibilmente più piccolo, più alto e soprattutto eccessivamente lateralizzato. E ancora: seno destro maggiormente divergente verso l’esterno rispetto al sinistro, cicatrici evidenti, arrossate e asimmetria per differente posizione degli impianti. Protesi che ad occhio appaiono subito evidentemente plastiche. Poi c’è il capitolo, atrettanto doloroso della liposuzione he non avrebbe portato ad alcun miglioramento.

«Cosce e glutei peggiorati, anzi il difetto della regione posteriore della coscia destra, al di sotto del gluteo che la paziente aveva chiesto di correggere, è rimasto invariato in termini di volume risultando oltretutto e maggiormente evidente per la presenza dell’avvallamento posto appena sotto la sua etremità laterale, depressione non presente prima dell’intervento di liposuzione". Proprio questa "depressione" della pelle ha quindi evidenziato il cumulo di cellulite e lo ha reso sproporzionato rispetto alla coscia.

A questa denuncia che ha già portato al processo, ed è in fase dibattimentale, si aggiunge la storia di un’altra giovane. Una donna di 37 anni che di danni fisici ne ha subiti di più e ancora più gravi, perché al termine dell’interevnto le è stato quasi impossibile muovere un braccio. È entrata in sala operatoria che aveva un seno piccolo è uscita che aveva il seno asimmetrico e malfatto, non muoveva un braccio e aveva dolori lancinanti al petto e alla parte superiore dell’arto.

Ma è sempre dalle carte del decreto di citazione a giudizio di D.R. medico otorino e chirurgo plastico che si legge con precisione l’accaduto. "Asimmetria di volume e forma evidente, seno sinistro estremamente dolorante con mancata funzionalità dell’arto sinistro al punto da creare incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per i primi quaranta giorni post operatori". La donna contesta anche un generale quadro operatorio invalidante con perdite di sangue e dolori diffusi. Su entrambi i casi la procura ha affidato la valutazione scientifica a periti che avranno il compito di esaminare le cartelle cliniche e stabilire cosa è successo veramente durante l’intervento, quando si è generato l’errore.

In base alle perizie depositate dagli imputati sarebbe sufficiente un minimo spostamento del busto, nei giorni immediatamente successivi all’intervento per determinare delle asimmetrie. Nei giorni successivi all’intervento il paziante infatti dovrebbe restare immobile. Ma saranno i superesperti medici a definire se si tratta di colpa medica.

 

 

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