ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

Dalla Lombardia a New York. Due ragazzi speciali alla maratona dei sogni

Jacopo Munegato di Segrate e Francesco Salerno, monzese, in gara. Entrambi con disturbo dello spettro autistico, hanno percorso i 42 chilometri. Le medaglie, una grande conquista: "Mio figlio la indossa anche per dormire".

Jacopo Munegato di Segrate e Francesco Salerno, monzese, in gara. Entrambi con disturbo dello spettro autistico, hanno percorso i 42 chilometri. Le medaglie, una grande conquista: "Mio figlio la indossa anche per dormire".

Jacopo Munegato di Segrate e Francesco Salerno, monzese, in gara. Entrambi con disturbo dello spettro autistico, hanno percorso i 42 chilometri. Le medaglie, una grande conquista: "Mio figlio la indossa anche per dormire".

Dalla Lombardia alla Grande Mela, due ragazzi autistici alla maratona di New York. Ecco la dimostrazione che quello tra sport e disabilità è un binomio possibile. Domenica scorsa il segratese Jacopo Munegato e il monzese Francesco Salerno, entrambi 26enni con disturbi dello spettro autistico, hanno realizzato il sogno di partecipare alla gara podistica più famosa al mondo, che quest’anno ha totalizzato 54mila presenze da 160 Paesi diversi. Sotto la regia dell’associazione Silvia Tremolada, accompagnati nel loro viaggio dai genitori, oltre che da un gruppo di volontari e dal coach Riccardo Calarco, i due amici-atleti sono riusciti a portare a termine l’intero percorso di 42,195 chilometri da Staten Island fino a Central Park.

Salerno ci ha messo 4 ore e 31 minuti, Munegato 6 ore e 11 minuti. Un’impresa che è stata preceduta, nei mesi scorsi, non solo da un costante allenamento, ma anche da una simpatica iniziativa di crowdfunding. Per coprire le spese della loro trasferta oltre Oceano, infatti, i due ragazzi hanno messo in vendita i quadri realizzati da Jacopo, alcuni dei quali ispirati proprio alle atmosfere newyorkesi. Tra i luoghi dove le opere sono state esposte c’è anche Palazzo Pirelli a Milano. "Questo posto è magico": ha detto Francesco ai suoi accompagnatori, a margine della maratona, interpretando anche lo stato d’animo dell’amico Jaki. Oltre a partecipare all’evento podistico, i due hanno avuto modo di ammirare alcuni dei punti più suggestivi della città, da Times Square al ponte di Brooklyn alla statua della Libertà. Frank ha insistito inoltre per una tappa al Moma, dove è rimasto incantato dalla "Notte stellata" di Van Gogh.

Le medaglie ottenute per aver portato a termine la maratona? "Mio figlio non se l’è più tolta, la indossa anche per dormire - racconta la mamma di Jacopo, Melania Bergamaschi, che a Segrate è presidente dell’associazione per disabili “I Ragazzi di Robin” -. Tante le emozioni, con il pubblico a incitare i maratoneti ad ogni passaggio del percorso. Si è trattato di un grande evento di autodeterminazione, un messaggio positivo per tutte le famiglie che affrontano quotidianamente il tema della disabilità. Pur tra le difficoltà, è possibile raggiungere dei piccoli, grandi traguardi".

"Francesco e Jacopo sono tra i pochissimi disabili italiani ad aver corso la maratona di New York. Basta questo per rendere l’idea dello spessore dell’impresa. Una girandola di emozioni davvero forti e indescrivibili - commenta Calarco -. Francesco era più allenato e ha completato la gara in un tempo minore; buona anche la prestazione di Jacopo, che nell’ultimo anno ce l’ha messa tutta, arrivando a perdere ben 15 chili. La loro esperienza potrà rappresentare uno stimolo per nuovi progetti sportivi, nel segno dell’inclusione". Intanto Frank e Jaki, insieme alle loro famiglie, pensano a già a nuove avventure podistiche, dentro e fuori Italia. Lo sport è un ulteriore elemento che è andato a cementare il loro legame.