Dalla Scala al Piccolo: teatri out. Spettacoli sospesi fino al 3 aprile per coronavirus

Impraticabile la soluzione di aprire facendo rispettare la distanza di sicurezza tra gli spettatori. Chi ha acquistato i biglietti potrà essere rimborsato o attendere le repliche appena si ripartirà

Il Teatro alla Scala

Il Teatro alla Scala

Milano, 6 marzo 2020 - Per i teatri e i cinema di Milano vale ancora il decreto emanato dal Governo il primo di marzo. Sulla carta, il divieto di mettere in scena spettacoli e di proiettare film è quindi in vigore soltanto fino a questa domenica, soltanto fino all’8 marzo. E non fino al 15 dello stesso mese, data alla quale è stato prorogato il divieto di far lezione in aula nelle scuole di ogni ordine e grado. A darne conferma è stata ieri la Prefettura. Nonostante questo i maggiori teatri della città hanno già deciso di sospendere spettacoli e repliche fino al 3 aprile compreso. La Scala ne ha dato comunicazione ufficiale già ieri a metà giornata, in serata si è aggiunto il Piccolo Teatro e altrettanto farà il Teatro Parenti. Inutile attendere eventuali nuove disposizioni per la settimana in arrivo.

Salvo sorprese, ai teatri e ai cinema milanesi dovrebbe essere esteso quanto previsto dall’ultimo decreto del Governo, quello datato 4 marzo, per i teatri e i cinema del resto d’Italia o, per dirla altrimenti, per i teatri e cinema che, a differenza di quelli milanesi, non si trovano all’interno di una zona gialla. In questo caso ripartire con gli spettacoli e le proiezioni è possibile se viene garantito il rispetto della distanza di sicurezza di un metro tra uno spettatore e l’altro in modo da evitare situazioni di affollamento. Per i teatri, milanesi e no, è però impresa ardua rispettare questo parametro. Lo è da un punto di vista economico: la Scala, ad esempio, dovrebbe alternare una fila piena e una vuota e lungo quella piena ad una poltroncina occupata dovrebbe farne seguire una vuota.

Una soluzione che comporterebbe un’ovvia riduzione dell’incasso e che si trasformerebbe presto in un vero rompicapo su come disciplinare gli ingressi, specie per spettacoli già prenotati o in abbonamento. Complicato per tutti i teatri di prosa, ed impossibile per la Scala, far rispettare la distanza di sicurezza anche in scena, anche sul palco o anche tra l’orchestra. Da qui la scelta dei teatri milanesi: sospendere gli spettacoli fino al 3 aprile, data alla quale spirerà il decreto del Consiglio dei Ministri, salvo nuove disposizioni. Una decisione assunta e comunicata dalla Scala già ieri, come detto, giorno in cui sono arrivati gli esiti dei tamponi ai quali si sono sottoposti in 20 dopo che un cantante e un corista sono risultati positivi al Coronovirus. Esiti tutti negativi.

Quanto al Piccolo, qualcuno fa notare, non senza amarezza, come “La tragedia del vendicatore“, spettacolo con attori italiani (e in lingua italiana) prodotto proprio dal Piccolo e diretto da Declan Donnellan, sia in questo momento in scena al Barbican di Londra. E solo mercoledì sera, alla prima, è stato accolto da una standing ovation di 1.300 spettatori. Oggi a Milano il Piccolo comunicherà, invece, le modalità di rimborso o di ri-prenotazione degli spettacoli già acquistati.

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