Coronavirus, la Lombardia vuole la stretta: da Governo misure drastiche o facciamo da soli

Il governatore della Regione e i sindaci compatti: non c'è tempo da perdere, qui grave emergenza. Chiesti più militari e stop a tutte le attività non essenziali

Il governatore della Regione Attilio Fontana

Il governatore della Regione Attilio Fontana

Milano, 21 marzo 2020 - A un mese dall'inizio dell'emergenza Coronavirus, che sta mettendo a dura prova l'intera regione, la Lombardia chiede misure più rigide per rallentare e fermare la diffusione di Covid-19. Lo chiede il presidente Attilio Fontana e lo chiedono anche i sindaci lombardi, con i quali si è confrontato nel pomeriggio di venerdì. Quali sono le richieste avanzate al Governo? La Lombardia vuole più soldati e nuove misure di prevenzione e contenimento. La data da tenere a mente è il 25 marzo, quando scadrà il Dpcm (decreto del presidente del Consiglio dei Ministri). La Lombardia attende infatti entro questo week-end una risposta alle proposte fatte e si dice pronta a fare da sé emandando le ordinanze del caso, qualora si verificasse un mancato intervento da parte del Governo. Un concetto ribadito stamane dal vice-presidente della Regione Fabrizio Sala: "Ci aspettiamo un provvedimento restrittivo del governo, altrimenti faremo da soli". Si tratta comunque di una soluzione estrema e non auspicata dallo stesso governatore Fontana. Solo la condivisione delle misure con l’esecutivo nazionale può infatti garantire una disponibilità di "uomini delle forze dell’ordine e di militari che facciano concretamente rispettare le misure". 

Ecco le misure chieste al Governo

Nel dettaglio, il documento inviato a Palazzo Chigi (dopo incontro tra Regione e sindaci) chiede che fino al 30 aprile siano in vigore le seguenti misure: la sospensione dell’attività degli Uffici Pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità, la sospensione di tutti i mercati settimanali scoperti cittadini, la sospensione delle attività inerenti ai servizi alla persona (fra cui tabaccai, parrucchieri, barbieri, estetisti), la chiusura delle attività degli studi professionali salvo quelle relative ai servizi indifferibili, il fermo delle attività nei cantieri temporanei, la chiusura dei distributori automatici cosiddetti “H24“ che distribuiscono bevande e alimenti confezionati, il divieto di praticare sport e attività motorie svolte all’aperto, anche singolarmente (un divieto, quest’ultimo inserito nell’ordinanza firmata ieri sera da Speranza, ma valido fino al 25 marzo ndr). Restano aperte le edicole, le farmacie, le parafarmacie ma deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro".

Il fronte Regione-sindaci

"E' un fronte compatto quello con cui la Lombardia chiede al Governo di porre in essere nuove stringenti limitazioni per contrastare la diffusione del Coronavirus – hanno spiegato nella serata di ieri Fontana, i sindaci dei capoluoghi della Lombardia, il presidente lombardo dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e quello dell’Unione delle Province Lombarde –. Abbiamo inviato al Governo una serie di proposte che, qualora non si ritenesse opportuno applicare in tutto il Paese, venisse comunque attuata nell’intera Lombardia. I dati sull’emergenza sanitaria ci impongono di agire nel minor tempo possibile: solo con un’ulteriore azione di contenimento dei contatti interpersonali possiamo cercare di invertire una tendenza sempre più grave".

Fontana: dobbiamo uscire dal tunnel

Ieri sera Fontana ha commentato le ultime restrizioni varate dal governo, contenute in un’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, e che limitano soprattutto le attività all’aperto, ovvero le passeggiate non motivate da urgenze o da necessità primarie e le corse dei runner. Fontana ha sottolineato: "Valuto questa ordinanza un provvedimento per accentuare le misure di distanziamento e renderle omogenee sull'interno territorio nazionale, soprattutto per evitare che il prossimo weekend diventi una occasione di svago. Alla scadenza del dpcm siamo certi che il governo assumerà misure davvero efficaci e decisive nella lotta contro il virus. La Lombardia si aspetta questo per uscire dal tunnel".

L'appello di sindaci e medici: "Chiudere tutto"

"Le terapie intensive della Lombardia non hanno più posti. Il mio appello alle istituzioni è: chiudere tutto. Non si può continuare a far circolare le persone". Lo ha detto Sergio Cattaneo, primario di Cardiorianimazione degli Spedali Civili. Pensiero condiviso anche da Paolo Terragnoli, primario del Pronto soccorso della Clinica Poliambulanza. "Aumentano sempre più i giovani contagiati. E' finito il momento di uscire, bisogna stare a casa e va chiuso tutto". Lo stesso appello arriva anche da tutti i 243 sindaci dei Comuni bergamaschi, a partire da giorgio Gori, primo cittadino del capoluogo. "E' arrivato il momento di fermarci, ma per davvero. Confidiamo in voi", scrivono i sindaci in una lettera inviata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e al governatore lombardo Attilio Fontana. "Al momento - spiegano - riteniamo che l'adozione di coraggiosi nuovi provvedimenti restrittivi possa rappresentare l'unica ed auspicabile soluzione per una tragedia che sembra oggi, che i contagi aumentano inesorabili, non avere fine". 

Grimoldi (Lega): fermiamoci subito

Un appello accorato in merito anche dal Carroccio. Tutti i deputati e senatori della Lega eletti in Lombardia, tutti i consiglieri regionali lombardi della Lega e tutti i sindaci della Lega in Lombardia hanno chiesto, condividendo posizioni analoghe espresse sia da parlamentari e amministratori delle altre forze del centrodestra sia dagli amministratori locali del centrosinistra- a cominciare dal sindaco di Bergamo, Giorgio Gori - che il Governo intervenga immediatamente con un’ordinanza per fermare tutto in Lombardia. "Chiediamo al Governo di intervenire subito, e con chiarezza, o in alternativa di demandare alla Regione Lombardia il potere di assumere tali improcrastinabili decisioni, per il bene e la salute di tutti i cittadini lombardi - ha detto l'onorevole Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda Salvini Premier -. Per questo chiediamo di fermare subito tutte le attività non strategiche comunque denominate (economiche, non economiche, pubbliche o private) e la limitazione di tutte le attività umane non strettamente necessarie. Fermiamoci davvero, fermiamoci subito". 

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