Corsico, ciclista uccisa da una moto: prove inquinate dagli amici dell'investitore

Secondo i testimoni la due ruote che sabato ha travolto Daria Sadun era stata vista già in passato sfrecciare ad alta velocità in via Di Vittorio

Daria Sadun

Daria Sadun

Corsico (Milano) -  Si annunciano complesse malgrado l’abbondanza di testimoni le indagini sull’incidente costato la vita sabato alle 19 a Daria Sadun, 44enne di Corsico travolta dalla Yamaha guidata da un ventunenne in possesso del solo foglio rosa. In particolare al centro dell’attenzione è l’esatta dinamica dello schianto, per definire la posizione della bici al momento dell’impatto e le responsabilità del ragazzo. Nell’immediatezza dei fatti alcuni amici dei due giovani sulla moto – il ventinenne residente nel quartiere Lorenteggio di Milano e un 23enne di Corsico seduto dietro – hanno “inquinato le prove“ spostando i due mezzi coinvolti nello scontro, non si sa se con lo scopo di favorire i due ragazzi (rimasti feriti ma non in pericolo di vita) o per semplice superficialità.

La moto che ha falciato Daria – che viveva da sola in via Caboto, a pochi passi dal luogo della tragedia – era stata vista da alcuni testimoni, poco prima dell’impatto, fare avanti e indietro lungo la strada, sfrecciando ad alta velocità. Proprio da questo elemento sono partite le indagini della Polizia locale, guidate dal comandante Mario Coppola e coordinate dal commissario capo Luciano Mariani. La moto, dalle testimonianze e dai segni di “scarrocciamento”, andava a forte velocità. Da accertare invece l’esatta posizione della ciclista al momento dell’impatto per capire se si sia immessa dal parcheggio o se si trovasse già su via Di Vittorio. All’ora dell’incidente, la strada era affollata (si tratta di un quartiere di case popolari e nei pressi ci sono un parco e una chiesa molto frequentati) e tanti altri curiosi sono scesi a vedere cosa fosse successo.

La pericolosità di quella strada ha suscitato in passato diverse proteste. Nonostante il dosso, "corrono, macchine e moto – dicevano alcuni –. Si rischia troppo. Qua ci sono una scuola e una chiesa: bisogna prevedere dei limiti, è troppo pericoloso". Altri hanno testimoniato di aver visto in altre occasioni gli stessi ragazzi sfrecciare in moto sullo stesso tratto. L’accusa per il ventunenne sarà con ogni probabilità di omicidio stradale, ma – spiegano i vigili – bisognerà aspettare i tempi tecnici per formalizzare l’atto. Ora è il momento del cordoglio: "Esprimo la più sentita vicinanza a familiari e amici della nostra concittadina scomparsa nel tragico incidente che ha scosso il quartiere e l’intera comunità", ha commentato il sindaco Stefano Ventura.

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