"Ti stupro e ti uccido, sono egiziano. Non ho sentimenti... sono vuoto"

Condannato a due anni in abbreviato il 23enne che ha violentato per oltre un’ora una giovane in strada

Manifestazione contro la violenza sulle donne

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Milano - "Stai ferma, altrimenti ti uccido, io sono egiziano, sono vuoto dentro, non ho sentimenti, ti uccido". Poi Ahmed Eltaras, 23 anni, mette le mani al collo della vittima, di 35 anni, stringe fino a quando lei perde i sensi. Poi la prende per i capelli la trascina fino a una piazzetta isolata, nei pressi di Gae Aulenti e la violenta due volte, sempre stringendole le mani attorno al collo.

Dopo averla stuprata le dice: "Ora ti ammazzo", complice la notte, il silenzio, le urla soffocate che nessuno poteva sentire. Quando si accorge che la giovane vittima non respira quasi più e con le poche forze che ha, lo implora di lasciarla andare, lui si allontana, usando un monopattino che poi aiuterà gli investigatori ad identificarlo attraverso il telefono con cui lo ha prenotato. La vittima si riprende, sono quasi le sei del mattino, lo stupro si è consumato circa un’ora prima, e in stato confusionale denuncia l’accaduto a una Volante che la porta al servizio Svs della Mangiagalli. I medici accerteranno un quadro compatibile con una violenza, lividi alle gambe, al viso e un cordone tumefatto al collo, compatibile con il tentativo di strangolamento.

Ahmed Eltaras viene condannato in abbreviato a due anni, la pena base è sei. La decisione viene presa dal gup Aurelio Barazzetta "in considerazione del fatto - scrive nelle motivazioni - che l’uomo è incensurato, è giovanissimo, ha tenuto un buon comportamento processuale, vuole intraprendere un percorso di riabilitazione e ha offerto una somma di denaro al fondo vittime vulnerabili". Tenuto conto anche del contesto generale, e degli sconti che consente l’abbreviato, resta una pena lieve, sospesa, quindi l’autore di uno stupro così feroce non andrà in carcere. In un primo momento l’egiziano, già noto per aver violato le prescrizioni Covid, aveva tentato di fornire una versione diversa, non pensando che lei denunciasse e che la polizia riuscisse a identificarlo. Aveva raccontato che la donna, conosciuta quella stessa sera, in zona, era rimasta con lui e due suoi amici fino a tardi a bere e fumare hascisc. Così lui si era sentito di poter considerare la ragazza di sua proprietà: "Tu sei mia, adesso vieni con me", le aveva detto, ritenendosi nel giusto. Secondo la versione di lui, lei era consenziente.

Gli investigatori hanno ritenuto credibile in tutto la versione della vittima considerando le incongruenze nel suo racconto frutto dello stato di "alterazione emotiva per l’accaduto, nonché dell’assunzione di alcol e di sostanze stupefacenti al momento del fatto". E il gup ha condiviso "la linea" della pubblica accusa e del gip che aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare, ritenendo l’egiziano colpevole di stupro. 

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