"Condannate i Barbaro a 20 anni" Droga e estorsioni, affari di famiglia

Al processo in abbreviato contro il padre Antonio e il figlio Rocco, le richieste di pena del pm Gianluca Prisco

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Condanne a 20 anni di reclusione per Rocco Barbaro, 31 anni, e per il padre Antonio, 54 anni. Le ha chieste il pm Gianluca Prisco al processo con rito abbreviato dopo l’inchiesta della Guardia di Finanza di Pavia che lo scorso gennaio portò a 11 misure cautelari con al centro storiche famiglie ‘ndranghetiste originarie di Platì (Reggio Calabria) e radicate nel Nord Italia, in particolare nei territori a cavallo tra le province di Pavia, Milano e Monza Brianza e nel Torinese. Gli arresti erano stati eseguiti con accuse che andavano dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti alla detenzione e porto di armi fino ad una serie di episodi di estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. Stando a quanto ricostruito nell’indagine, i Barbaro padre e figlio erano, con l’intermediario Domenico Sergi, al vertice di un’associazione a delinquere che trafficava droga da anni.

Sempre pronti a soddisfare le richieste dei clienti (anche in lockdown), i Barbaro erano altrettanto solerti nel chiedere a grossisti e pusher il saldo dei crediti, soprattutto per evitare ripercussioni sugli affari di famiglia. "Il potere di intimidazione degli indagati, derivante dai loro vincoli di parentela e amicizia, costituisce una chiave di lettura delle illecite condotte poste nei confronti dei loro debitori – sintetizzava il gip Raffaella Mascarino nel provvedimento di 113 pagine che dispose l’arresto di padre e figlio e di altre 11 persone – sussumibili nella figura criminosa dell’estorsione aggravata dal metodo mafioso, proprio perché le aggressioni e le minacce sono state poste in essere da soggetti intranei alle famiglie di ’ndrangheta di Platì".

E in questo quadro si inserivano le intercettazioni, con frasi intimidatorie. "L’ho presa e l’ho messa sul tavolo (l’arma, ndr) ... gli ho detto ... vedi che ti ammazzo ... come ai cani ti ammazzo ... e me ne sono andato", diceva, intercettato, Rocco Barbaro. Stando al provvedimento del gip,il 12 dicembre ’19 si sarebbe recato a casa di un persona per riscuotere "un credito" da 20mila euro su una partita di droga, con uno "stratagemma riusciva ad entrare nell’abitazione e lo minacciava e dopo aver poggiato la pistola sul tavolo" gli diceva: "Vedi non voglio arrivare a questo, ma tu mi stai portando a queste conseguenze". La sentenza, davanti al gup Daniela Cardamone, arriverà a settembre.

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