Milano – Un fitto calendario di trenta concerti estivi, nel triangolo fra il Meazza, La Maura e il Galoppo, preso d’assalto dai fan, ha trasformato in un incubo le serate dei residenti nel quadrante San Siro.
Il piano anti-caos varato da Palazzo Marino che ha stabilito, fra le varie cose, la ricezione massima dei tre impianti a 78.500 partecipanti e non più di 15 concerti in deroga ai limiti di decibel nei due Ippodromi (di cui non più di 5 a La Maura) "non funziona", secondo Massimiliano Favoti, portavoce del Coordinamento per la tutela del verde cintura urbana Parco Ovest e residente nei pressi dell’ippodromo La Maura di via Lampugnano. Arpa Lombardia ha certificato che nessun evento, almeno quelli tenuti a giugno, abbia superato il limite di 80 decibel deciso dal Comune. Ma mancano ancora le rilevazioni fonometriche di luglio, a partire dall’impatto sonoro dei 130mila spettatori per le due date di Taylor Swift allo stadio nel weekend appena concluso.
Intanto, sul calendario degli abitanti è segnato in rosso il 23 luglio quando a La Maura tornerà a suonare il rapper americano Travis Scott: "L’anno scorso i suoi 80mila fan in delirio, a furia di saltare, avevano provocato vibrazioni sismiche. Tutti i condomini hanno visto i lampadari dondolare: anche il cantautore Eugenio Finardi aveva realizzato un video diventato virale. Temiamo che quest’anno ci sia una replica" spiega Favoti.
Cosa non ha funzionato nel piano concerti del Comune?
"C’è la questione irrisolta della viabilità e dei parcheggi. Noi durante gli eventi non possiamo entrare né uscire dalle nostre abitazioni. Gli spettatori vogliono la massima comodità cercando di parcheggiare vicino agli impianti, nonostante la zona rossa vietata alle auto dei non residenti. La campagna di comunicazione per invitare il pubblico a prendere i mezzi pubblici non ha sortito granché effetto. In più non si è risolto il problema dell’inquinamento acustico. Il rumore molesto per i residenti non è circoscritto alle ore del concerto ma si estende alle prove che si tengono nei giorni precedenti. Per San Siro se non altro la struttura a catino mitiga un pochino l’effetto e se il progetto di restyling di WeBuild andrà in porto, come noi speriamo, ci sarà anche un intervento di insonorizzazione, da quando abbiamo appreso, che non potrà fare che bene. La situazione è invece più grave nei due ippodromi che sono in pratica prati giganteschi dove sono montati dei mega-palchi. Le recinzioni alte due metri e qualche albero non svolgono alcuna funzione fono-assorbente nei confronti delle abitazioni vicine".
Che fare?
"Cominciamo col dire che 30 show sono troppi per un’area densamente abitata come la nostra. Poi: a Berlino, Parigi, Lione i raduni di massa si tengono fuori dal contesto cittadino. A tal proposito ci sarebbe una soluzione a portata di mano: l’Arena Concerti Fiera Milano Rho. Sarebbe una location perfetta: è già stata collaudata per le manifestazioni musicali, è separata dalle aree residenziali e ben infrastrutturata per accogliere un pubblico numeroso che può arrivare con la metropolitana, i treni, la tangenziale, l’autostrada. Non capiamo davvero perché non venga presa più di tanto in considerazione".