Comune contro Steflor E i problemi rimangono

I gestori del vivaio assolti in tribunale per abuso edilizio e discarica abusiva "Ma l’azienda dovrà cancellare il parcheggio e pagare le spese processuali"

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"Reati prescritti, ma consumati. Cioè non più perseguibili per decorrenza dei termini. E questo non dipende certo da noi". Il Comune bacchetta Steflor che invece esulta dopo l’assoluzione della Corte d’Appello di Milano dalle accuse di abuso edilizio e discarica abusiva. Il duello giudiziario fra l’amministrazione di Vimodrone e il vivaio affacciato sulla Padana esce dalle aule di tribunale. A suscitare la replica della Giunta, una nota diffusa da Steflor dopo la sentenza, "si è finalmente chiuso con esito positivo un lungo processo penale iniziato più di 5 anni fa, che ha causato immani sofferenze umane ed economiche a tutto il nostro gruppo – spiega la società –. La giustizia ha spazzato via con assoluzione a formula piena le accuse e ha disposto il dissequestro di tutte le aree chiuse fino a oggi, a Vimodrone".

Una versione di parte, secondo la Giunta. "Steflor dovrà cancellare il parcheggio che aveva costruito sull’ex Statale 11, violando la concessione edilizia – chiarisce il Comune –. Non solo. L’azienda è sta condannata a pagare le spese processuali di primo e secondo grado, i giudici hanno stabilito anche un danno in via provvisionale di 1.400 euro, da quantificare esattamente in sede civilistica. Parlare di ‘assoluzione da ogni accusa’ è fuorviante". C’è un terzo reato invece completamente escluso dal tribunale ed è quello di disastro ambientale, "per insufficienza e contraddittorietà delle prove – ammette la stessa amministrazione –. Ci riferivamo alle terre di riporto, un triturato che si usa per il fondo delle strade utilizzato nell’area. A parte questo aspetto, ora tutto dovrà tornare nell’alveo di quanto stabilito a suo tempo: lì deve esserci un’attività florovivaistica e di vendita piante e non un centro commerciale". Il sindaco esclude soprusi: "Da sempre le imprese sono benvenute sul nostro territorio – dice Dario Veneroni – a patto che rispettino la legge. E’ nostro preciso dovere verificare che tutti agiscano nell’ambito delle regole. Se la cittadinanza ha potuto apprezzare un’area verde a vocazione agricola è anche grazie ai controlli che abbiamo compiuto, escludendo di fatto qualsiasi tipo di iniziativa commerciale non direttamente legata all’attività florovivaistica. I profili amministrativi e penali della causa sono chiari e la sentenza li ha messi nero su bianco".

Barbara Calderola

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