Commercialista tenuto sotto sequestro: tre condanne

La banda voleva costringere il professionista a rinunciare ad un incarico come consulente e a firmare della cambiali

Il tribunale di Milano

Il tribunale di Milano

Milano, 20 gennaio 2019 - Per circa tre ore hanno tenuto sotto sequestro nel suo studio, in pieno centro a Milano, un noto commercialista con suo figlio e due collaboratori per costringere il professionista, dietro minacce di morte, a rinunciare a un incarico, con relativi compensi, come consulente di un imprenditore toscano e a firmare 5 cambiali in bianco a titolo di garanzia che non fosse sporta denuncia su quanto accaduto.

Per questo il giudice di Milano Lidia Castellucci, l'altro ieri, ha condannato in abbreviato a 4 anni colui che ha ideato e messo in atto il rapimento e i suoi due complici a 3 anni e 8 mesi. Pena questa notevolmente ridimensionata rispetto ai 12 e 11 anni proposti per i tre imputati dal pm della dda milanese Alessandra Cerreti. Il motivo della riduzione della pena sta nella configurazione del reato: per il pubblico ministero, che aveva chiesto anche il rito immediato, si tratta di sequestro a scopo di estorsione. Il giudice invece ha ritenuto di contestare sequestro semplice e scorporare l'estorsione.

La vicenda al centro del procedimento risale al novembre dell'2017. A fare scattare il sequestro, secondo l'indagine, sarebbe stata la nomina del commercialista come consulente da parte del titolare di un'agenzia immobiliare di Cecina (Livorno), estraneo ai fatti, in vista di un importante progetto. Infatti colui che, per il pm, ha organizzato il piano sarebbe voluto subentrare nell'affare, 'facendo fuorì il professionista milanese dal business che avrebbe potuto rendere parecchio in termini di percentuale. Non essendoci riuscito, oltre un anno fa, l'irruzione nello studio di via Larga del commercialista, che - si legge nel capo di imputazione - afferrato per la cravatta, trascinato nella sala riunioni e malmenato con schiaffi e «pugni al volto, allo sterno e allo stomaco», tenuto sotto sequestro per circa tre ore con il figlio e due dipendenti, dietro la minaccia di «buttarlo giù dal balcone» e di «uccidere» pure lo stesso figlio, sarebbe stato costretto a scrivere una mail con cui avrebbe rinunciato all'incarico e, «come prezzo della liberazione», ai relativi compensi, circa 95mila euro.

E poi sarebbe stato obbligato dal 'capò della banda di malviventi «a firmare 5 cambiali in bianco a titolo di garanzia che non fosse sporta denuncia di quanto accaduto». I tre sono stati poi arrestati mentre l'agenzia è ora in concordato preventivo e ha problemi di liquidità.

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