Come funziona La musica dello shopping

Le “colonne sonore” di supermercati e negozi sono studiate da esperti per rendere piacevole l’acquisto

Migration

La musica può essere una potente leva di marketing. Non esiste praticamente attività nel retail che rinunci a un sottofondo musicale. La tendenza si è diffusa a partire dagli anni Novanta, quando tra supermercati, negozi, hotel e ristoranti hanno iniziato a proliferare le radio in store. Da non confondersi con le emittenti in Fm o in streaming, queste radio “personalizzate“ si basano su playlist studiate per contribuire all’esperienza di acquisto e aumentare il tempo di permanenza da esperti di società che analizzano brand e tipologia di clienti. Per trasmettere i valori e le caratteristiche del marchio attraverso la scelta musicale, e differenziare il palinsesto in base al target del punto vendita: ad esempio gli store di articoli sportivi si contraddistinguono per sottofondi "energici", mentre le boutique di lusso per scelte più sofisticate, come il jazz. La musica non ha certamente capacità ipnotiche, ma, come ammette Andrea Ordanini, professore di Marketing e service analytics all’università Bocconi di Milano, "ha un effetto generalmente positivo sui comportamenti di consumo". A. L.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro