Città post-industriali da visitare Le nuove mete del turismo

Fra le cattedrali moderne con il Fai: oggi e domani alla Torre MiNec di Botta

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Un viaggio nella città post industriale che ora diventa turistica. Dove vecchie fabbriche abbandonate hanno lasciato il posto al terziario, uffici e centri direzionali pronti a mescolarsi a teatri e poli culturali. Oggi e domani a Vimodrone le Giornate Fai d’autunno ripartono dallo skyline 2.0. Un viaggio fra cattedrali moderne e battaglie figlie del cambiamento climatico che qui sono cominciate tanto tempo fa, quando non se ne parlava. Due giorni di visita alla Torre MiNec disegnata da Mario Botta, dovevano essere due, ma alla fine è una sola: 18mila metri quadrati di uffici occupati dai grandi marchi e 10.500 di parcheggi che hanno fatto la storia della rigenerazione urbana ispirando la rinascita della periferia. "È stato il primo piano integrato di intervento della Regione - ricorda il sindaco Dario Veneroni -. Un modo nuovo di concepire l’urbanistica dove all’interesse dei costruttori si abbina quello pubblico: qui in cambio arrivò anche un nido".

E presto al posto della seconda torre "cancellata dal mercato, niente richiesta e dunque niente progetto", arriveranno un auditorium polifunzionale, palco per spettacoli, o sala conferenze da 250 posti e un supermercato. Evoluzioni raccontate durante la visita. Nell’itinerario fra i tesori da scoprire c’è anche Borgoverde all’interno del Parco Martesana, firmato Andreas Kipar, all’oasi, amata dal grande pubblico, il famoso paesaggista ha applicato il concetto della città-giardino "risparmiosa": pochi alberi e tanti arbusti con costi di manutenzione vicini allo zero. "Alla fine degli anni Novanta pochi badavano a questi aspetti - aggiunge il primo cittadino -. Si affaccia tutto sul canale ideato da Leonardo. Così storia e futuro si stringono la mano". "Questa volta il tour non passa solo da edifici legati alla memoria - sottolinea Veneroni - ma dalle nuove forme assunte dal cambiamento, quelle che segnano la fine di un mondo, la fabbrica, e la nascita di un altro, l’economia liquida. Una prospettiva altrettanto affascinante". Per gli habitué c’è anche un classico: la chiesetta di Santa Maria Nova, il gioiello cinquecentesco che presidia la vecchia strada romana che collegava Milano a Bergamo.

All’interno, un ciclo di affreschi attribuito alla scuola di Bernardino Luini, restaurato con l’aiuto del Comune e di centinaia di benefattori. (Visite oggi e domani dalle 10 alle 17, non serve la prenotazione, partenza dalla palestra Cascina Tre Fontanili, via Piave 30).

Bar.Cal.

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