Milano, la chitarra incontra il flipper: il “tilt” giocoso della musica

Il collezionista Luciano Biasibetti e la folgorazione per la “Pinball Art”: "Grafica vintage e legni pregiati, così il suono diventa qualcosa di unico"

Luciano Biasibetti

Luciano Biasibetti

Milano, 16 ottobre 2019 - Ha collezionato 7mila chitarre elettriche, venduto modelli a rockstar famose, scritto di sei corde in riviste di settore. Da qualche mese Luciano Biasibetti, originario di Milano ma trasferitosi da tempo a Biassono, in Brianza, costruisce chitarre elettriche utilizzando il legno ricavato da vecchi flipper. L’artigianato musicale abbinato alla Pinball Art è l’ultima frontiera del suo rapporto con lo strumento musicale, in 69 anni di vita. «Ho iniziato a suonare chitarra a 12 anni, facevo parte anche di un gruppo beat, “Gli altri”». Da ragazzo frequenta spesso Brera, assorbendo fremiti creativi. Inizia a lavorare però come disegnatore meccanico: «Dopo 10 anni in azienda, a 33 anni, ho detto basta e ho aperto il mio primo negozio di chitarre a Monza, “30mila hertz”».

In quel periodo inizia anche a collezionarne: ne possiederà in totale 7mila. «Ma non sono un accumulatore seriale. Le chitarre mi piace provarle una volta e poi rivenderle, senza guadagnarci. Adesso ne avrò una quindicina». Ha avuto una rara Stratocaster Fiesta Red del 1964 «venduta per pagare l’affitto del negozio». A metà degli anni ’90 si trasferisce a Milano in via Solferino dove apre un altro store, “Chitarre bizzarre”, frequentato fra gli altri da Piero Pelù, e si dedica anche alle chitarre relic, quelle che hanno una patina vintage pur essendo nuove. Chiuso il negozio milanese alla fine degli anni ’90, fonda una rivista, “Guitar Shop”, e organizza la fiera “Milano Guitars & Beyond”. L’idea di realizzare chitarre dai biliardini elettrici degli anni ’60 e ’70 è nata solo tre mesi fa, andando a ballare tango argentino all’Arci Bellezza di Milano e vedendo un flipper. «Ho pensato che i pannelli potessero essere perfetti per le chitarre perché realizzati con legni nobili, come acero e mogano».

Ma è la vita che hanno vissuto a renderli un materiale speciale: «L’elettricità, il passaggio della pallina, il calore delle lampadine è come se avessero tostato il legno. Il suono diventa straordinario». C’è anche l’aspetto esteticoa: «La grafica dei flipper è stata realizzata da grandi artisti», assicura, e mostra orgoglioso un modello hawaiano, ricavato da un biliardino elettrico del 1966 della Gottlieb, con il manico in padouk rosso: «Un legno esotico che si accorda filologicamente con il tema grafico» dice. Sul corpo della chitarra sono inseriti luci a led e persino il lanciatore a molla del flipper.

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