Attivista milanese trattenuta in Turchia, la sorella: "Ora il Governo si mobiliti"

L’appello di Silvia Cattafesta, sorella di Cristina

Le sorelle Silvia e Cristina Cattafesta

Le sorelle Silvia e Cristina Cattafesta

Milano, 28 giugno 2018 - «Chiediamo il massimo impegno delle istituzioni e della società civile italiana nel riportare immediatamente Cristina a Milano». È l’appello lanciato da Silvia Cattafesta, la sorella dell’attivista milanese bloccata in Turchia in attesa dell’espulsione, dopo che domenica scorsa è stata fermata per un controllo a Batman, nel sud-est a maggioranza curda, dove si era recata come osservatrice internazionale insieme a una delegazione di sei persone del Coordinamento Italiano a Sostegno delle Donne Afghane (Cisda) nelle elezioni vinte dal premier Recep Tayyip Erdogan. Cristina Cattafesta, 62 anni, è trattenuta in un Centro di espulsione a Gaziantep.

Non è stata  contestata l’accusa di propaganda terroristica (su Facebook aveva pubblicato una foto con una bandiera del Pkk), ma i tempi per il rientro in Italia sono incerti. L’iter per l’espulsione, infatti, potrebbe richiedere anche alcune settimane. Per questo è partita una mobilitazione per chiedere la liberazione, e il Cisda assieme ad altre associazioni potrebbe promuovere una manifestazione a Milano per fare pressing sulle autorità turche. Gli altri osservatori fermati, intanto, sono stati già espulsi. «Cristina è un’attivista, da sempre in prima fila per la tutela dei diritti umani per i soggetti più discriminati come le donne e i bambini», spiega la sorella Silvia. «La sua è una scelta di impegno sociale e civile che noi sorelle e tutta la sua famiglia, amici inclusi - prosegue - riteniamo dia prestigio alla comunità intera». Liberi e Uguali ha presentato un’interrogazione parlamentare, con primo firmatario Erasmo Palazzotto, chiedendo «quali iniziative urgenti abbia messo in atto in queste ore il ministro degli Esteri Moavero nei confronti delle autorità turche per chiedere il rilascio immediato, garantendo il suo rientro nel nostro Paese». Anche Clara Lazzarini, segretaria confederale della Uil Milano Lombardia, esprime solidarietà alla famiglia e sollecita «il ritorno in Italia di Cattafesta».

 

 

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