Via Nikolajevka, case popolari senza riscaldamento: è protesta

Le centinaia di famiglie di chiedono interventi: "Troppa umidità e disagi per anziani e disabili"

Case popolari senza riscaldamento

Case popolari senza riscaldamento

Milano, 23 ottobre 2019 -  «Siamo al freddo ». Tre parole che gli inquilini del complesso popolare di via Nikolajevka, zona Forze Armate, ripetono come un mantra invitando a toccare caloriferi ghiacciati. Sul piede di guerra gli abitanti dei civici 1 e 3 mentre al 5 «a poco a poco, i termosifoni si stanno riscaldando». A chiedere aiuto sono soprattutto gli abitanti più anziani e disabili tra le centinaia di famiglie che abitano nei caseggiati del Comune gestiti da MM. «Il peggio - raccontano tutti - è stato lunedì, durante il nubifragio. Le nostre case sono rimaste umide anche oggi (ieri per chi legge, ndr), nonostante la temperatura esterna si sia alzata. Paradossalmente si sta meglio fuori che dentro». Alla palazzina N di via Nikolajevka 3, ieri si sentivano colpi di martelli. Dentro gli alloggi, operai in azione. «L’impresa - spiegano gli uffici di MM - è al lavoro per far partire il servizio di riscaldamento. Nelle settimane precedenti erano state effettuate verifiche dalla nuova ditta, che è subentrata alla precedente nella gestione delle manutenzioni, per individuare le criticità. Ora sono in corso i lavori che saranno completati entro la fine della settimana«.

Gli inquilini domandano perché gli interventi non siano stati effettuati prima dell’autunno e l’ente risponde che prima non è stato possibile proprio per via del cambio di gestione. «Gli inquilini sono stati avvisati«, assicura MM. Al quinto e ultimo piano della scala N, Silvana Cornalba scuote la testa mostrando il muro rotto e toccando il termosifone gelido: «Stamattina sono entrati gli operai per sistemare l’impianto. Se mi avessero avvisato avrei spostato i mobili per tempo e staccato i quadri dal muro. Quando avrò il caldo? Quando mi ripareranno la parete squarciata? Io ho 73 anni e sono invalida al 100%. Adesso sto in casa con tre coperte addosso».

Al terzo piano, stessa scena con Giovanni Forelli, 78 anni, pure lui invalido. «So che devono cambiare i tubi. Anche a casa mia il muro è stato rotto per intervenire. So che gli operai erano già venuti a luglio e poi a settembre ma non è stato possibile accendere i riscaldamenti lunedì perché c’erano delle perdite d’acqua. Ora stanno provvedendo alla riparazione, sono fiducioso anche se penso che avrebbero potuto farlo prima». Anita, altra abitante, aggiunge che «io vivo qui dal 1961. In tutti questi anni i tubi non sono mai stati cambiati». Nervi a fior di pelle pure al civico 1. «La casa è umida - spiega Maria Rosa Lombardi, del sesto piano della scala F -. Non funziona neppure un calorifero. Quel che è peggio: mio marito è in ospedale per una polmonite e un’insufficienza renale: mi domando se quando tornerà a casa troverà un po’ di calore. Ne ha bisogno per stare bene».

Segnalazioni arrivano pure dalle vicine Rosaria Nardo, del settimo piano («in casa ho 13 gradi«) e Tiziana Carmine dell’ottavo. Mentre alla scala E, Marisa Restelli, 81 anni, «inquilina da 40 anni«, rivela di stare bene in casa «solo se ho una coperta addosso«. Ma anche gli abitanti del civico 5 chiedono attenzioni: «Vivo al decimo e ultimo piano della scala B. I caloriferi iniziano a funzionare ma abbiamo altri problemi - interviene Walter Silvestri -: spesso l’ascensore si blocca. Molti anziani e invalidi restano segregati in casa quando succede perché non possono affrontare 177 gradini. Io sono diabetico, mia madre ha 81 anni. In più, il citofono non funziona». L’assessore del Municipio 7 Tiziana Vecchio (Lega) attacca il Comune: «Il sindaco Sala ha posticipato l’accensione degli impianti di riscaldamento negli edifici pubblici, comprese le case popolari, a lunedì 21 ottobre. E’ inammissibile non effettuare i dovuti controlli». La rassicurazione degli uffici è che i lavori saranno completati entro la settimana.

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