Case occupate, le tariffe dei ras: "Per i piani alti pagate di più"

Milano, l’agenzia criminale di 5 egiziani arrestati

Un’immagine che documenta un'occupazione abusiva

Un’immagine che documenta un'occupazione abusiva

Milano, 18 maggio 2017 - C’erano anche i falegami abusivi nell’organizzzione criminale che, a Milano, si era specializzata nel racket delle case popolari. Organizzazione sgominata dopo tre anni di indagini, proprio mentre Angelo Sala, presidente dell’Aler di Milano, sulle pagine de “Il Giorno” denunciava una situazione allo sbando: "Devono essere affrontati subito problemi di criminalità e di ordine pubblico" a San Siro, a Lorenteggio e in via Gola.

Tra lunedì e martedì con un blitz a San Siro la polizia ha chiuso il cerchio. In manette cinque egiziani tra i 23 e i 36 anni, accusati di tenere le redini dell’assegnazione illegale. Una sorta di agenzia immobiliare criminale in cui ognuno aveva il suo compito: chi individuava le case, chi sfondava le porte, chi da “falegname” metteva a posto gli arredi, chi si preoccupava degli allacciamenti al gas e alla corrente. I cinque sono stati arrestati per associazione a delinquere finalizzata al reato di occupazione abusiva di alloggi destinati ad uso pubblico. È la conclusione di un’indagine della Procura e degli agenti del commissariato Bonola guidati dal vicequestore aggiunto Giuseppe Petralito. Il gruppo agiva in piazzale Selinunte e nelle vie della zona. I cinque sono stati inchiodati anche dalle intercettazioni. Ogni notte lo stesso copione: per coprire il rumore accendevano la musica a palla. Poi, via col piede di porco e pedate per farsi largo dentro gli alloggi, sfondando porte o abbattendo muri. Un business che fruttava da 400 a 4mila euro per ogni alloggio, con tanto di rialzi per i piani alti. E con gli «sconti» a seconda del credo religioso di chi occupava: più consistenti per i copti, cristiani egiziani. Così andava avanti il racket delle case a San Siro: 872 alloggi occupati, quasi tutti controllati dall’organizzazione criminale. Chi aveva bisogno di una casa si presentava “all’ufficio” di piazzale Selinunte, un bar. Sapeva che lo sgombero sarebbe potuto arrivare da un momento all’altro. Eppure pagava. Con la rassicurazione che “l’agenzia immobiliare”, nel caso, avrebbe provveduto a sfondare un’altra porta. «Senza ripristinare la legalità - commenta il vicepresidente di Regione Lombardia e assessore alla Casa, Fabrizio Sala - non è possibile gestire in maniera efficiente il sistema delle assegnazioni».

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