La "casa verde" sei anni dopo l'arrivo di Palazzo Lombardia: ecco come vivono oggi

I residenti di via Bellani tra il 2007 e il 2010 lottarono per difendere il condominio dall’incombente Pirellone-bis di LUCA SALVI

Milena Porcari mostra il suo terrazzo a pochi metri di distanza dal Pirellone-bis

Milena Porcari mostra il suo terrazzo a pochi metri di distanza dal Pirellone-bis

Milano, 14 marzo 2016 - «Ormai siamo abituati a essere circondati da queste propaggini del grattacielo. Non vedo più il tramonto, la Grigna o il Resegone ma i vetri di fronte riflettono il sole, le nuvole, la nostra casa. C’è uno spiraglio su Porta Nuova. I danni al cortile ancora non ce li hanno sistemati. Solo adesso abbiamo trovato l’accordo». Milena Porcari è una dei 14 condomini o nuclei familiari della «casa verde», la palazzina del ’39 in via Bellani che tutt’a un tratto si ritrovò stretta su tre lati dalle braccia dell’incombente Palazzo Lombardia. Furono anni di disagi, quelli del cantiere. Di proteste e raccolte firme anche su Facebook. Poi il silenzio. A un lustro dall’inaugurazione del Pirellone-bis, Il Giorno è tornato tra quelle mura per vedere cosa ne è stato degli abitanti e come sono cambiate da allora le loro abitudini.

A RIDOSSO Milena Porcari mostra il suo terrazzo a pochi metri di distanza dal Pirellone-bis «Le piante crescono ancora Hanno oscurato alcuni vetri»IL PANORAMA «Una volta vedevo il Resegone e la Grigna al tramonto Ora non più ma i riflessi del sole o della casa sui vetri non sono poi male Di là ammiro la Torre Unicredit» spiega la residenteDieci anni fa fu abbattuto il Bosco di Gioia, vivaio di 1,2 ettari del quale resta solo la magnolia di via Algarotti. Seguirono i lavori per l’“altra sede” (si chiamava così) della Regione. E cambiò la vita dei residenti della «casa verde» («verde» dal colore delle pareti). Sono rimasti tutti. «La Regione fece proposte per acquistare il condominio», ricordano a casa Mastella. Un’offerta di 4.500 euro al metro quadro, poi una permuta con appartamenti di pari superficie e nella stessa zona. Mancò il consenso unanime degli abitanti. Ma la «casa verde», da allora, è ingabbiata dal cemento. «Per quattro anni i disagi dei cantieri – ricorda Sandra Mastella – oggi c’è qualche problema nelle tubature dell’acqua. Troppo calcare. Ho già cambiato due lavatrici. Abbiam chiesto un depuratore». Tra il condominio e Palazzo Lombardia c’è il cortile, con il vano spazzatura. «Di proprietà della Regione – precisa Mastella – ma abbiamo il diritto di passo. L’assemblea ha trovato un accordo per il rifacimento». Sempre che «non ci siano inghippi – osserva laconico un condomino che preferisce restare anonimo – visto che già ci avevano promesso un “cappotto’’ per migliorare l’isolamento termico. Mai fatto». A casa Villani preferiscono non commentare. Non vogliono «rivangare le battaglie» neanche a casa Rinaldi.A RIDOSSO Milena Porcari mostra il suo terrazzo a pochi metri di distanza dal Pirellone-bis «Le piante crescono ancora Hanno oscurato alcuni vetri»IL PANORAMA «Una volta vedevo il Resegone e la Grigna al tramonto Ora non più ma i riflessi del sole o della casa sui vetri non sono poi male Di là ammiro la Torre Unicredit» spiega la residente

Milena Porcari, al primo piano, invece ci apre la porta. Il Pirellone-bis è a una quindicina di metri dal suo terrazzo. «Potremmo salutarci con gli assessori», scherza. Otto finestre di Palazzo Lombardia furono schermate, perché il riflesso bruciava le tapparelle. E le piante. «Ho spostato il limone – dice oggi Porcari –. Cresce ancora». D’estate non disegna una cena fuori. «Tiriamo giù la tenda». Lei ha trovato il lato poetico. «Nei vetri vedo riflessi il sole e la casa». Ma i problemi non sono mancati. «Vede quella crepa nel muro o la scaletta rotta nel cortile? È stato il cantiere». C’è poi la questione dell’eliporto, all’undicesimo piano del Palazzo. A ridosso di via Bellani e via Paoli. Il Tar ne bloccò l’uso, il Consiglio di Stato ribaltò la sentenza. Questione di decibel. C’è un piano per renderlo di nuovo operativo. «Finora ci hanno lasciati tranquilli».

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