"Carmelo Arlotta mi detesta Per questo vuole coinvolgermi"

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"Tra me e Carmelo Arlotta non è mai corso buon sangue e a causa di questa antipatia reciproca mi sono allontanato anche da suo fratello Angelo Arlotta nonostante sia mio cognato". È questa secondo Salvatore Tambè la ragione per cui il pentito compaesano di Riesi in Sicilia trapiantato in Brianza lo addita come quello che ha aiutato a tenere fermo mentre lo uccidevano in un garage di Muggiò Astrit Lamaj, 42enne albanese scomparso il 15 gennaio 2013 da Genova e rinvenuto murato nel gennaio 2019 nel pozzo artesiano di un residence a Senago. Tambè, 45enne già agli arresti domiciliari per associazione mafiosa, ora è in carcere per concorso in omicidio volontario premeditato nell’inchiesta coordinata dalla Procura di Monza che nasce proprio dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, secondo cui a commissionare il delitto è stata la riesina residente a Genova Carmela Sciacchitano (nella foto), 64enne, per vendicarsi di essere stata lasciata dall’albanese. La donna ha patteggiato in appello la pena di 16 anni, mentre le condanne con il rito abbreviato a 30 anni e 14 anni sono rispettivamente andate ad Angelo Arlotta e al fratello Carmelo, entrambi residenti a Muggiò.

Ora è Salvatore Tambè che è alla sbarra davanti alla Corte di Assise di Monza, ma si protesta innocente, sostenendo che mentre si consumava l’omicidio dell’albanese lui era all’ufficio postale di Muggiò e poi è tornato nella sua azienda di ricambi per auto di Muggiò per l’installazione del registratore di cassa. Ieri l’imputato si è sottoposto a interrogatorio, collegato in videochiamata dalla casa circondariale di Palmi per l’emergenza da Covid-19.

"Carmelo Arlotta l’ho conosciuto a Riesi quando mia cognata si è fidanzata con Angelo Arlotta – ha raccontato Salvatore Tambè – Non l’ho mai frequentato, non ci ho mai litigato ma per me era una persona da non scambiarci neanche due parole perchè è un arrogante e aveva lasciato la moglie e i figli per un’altra donna e questo non mi è mai andato giù. Quando sono venuto a vivere in Brianza, ho scoperto che mio cognato e la sua famiglia erano senza soldi perchè Angelo aveva litigato con Carmelo e lui l’aveva lasciato senza lavoro, tanto che non aveva neanche i soldi per comprare l’acqua e gli volevano mettere all’asta la casa. Quando ho preso mio cognato a lavorare con me, Carmelo se l’è presa tantissimo e se l’è legata al dito".

Stefania Totaro

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