Carcere Beccaria, la rivolta la fanno gli agenti: "Droga e violenza, è una polveriera"

Milano, sit-in al carcere minorile: aggrediti ed esasperati dai detenuti

Protesta delle guardia carcerarie del Beccaria (Newpress)

Protesta delle guardia carcerarie del Beccaria (Newpress)

Milano, 29 luglio 2017 - Agenti penitenziari in balia del "bullismo" di giovanissimi detenuti. Con la smania da nicotina ma anche di droga. Il carcere minorile Beccaria è sempre più una polveriera. «La situazione è insostenibile» racconta Angelo Lipari, assistente capo nonché segretario locale del sindacato nazionale autonomo di polizia penitenziaria. Una delle sei sigle che ieri mattina ha indetto un sit-in di protesta di fronte al tribunale per i minorenni di Milano, per denunciare l’«esasperazione» degli agenti, vittime continue di aggressioni. Una piccola delegazione ha anche incontrato alcuni magistrati.

«Siamo come vittime sacrificali» scandisce il 49enne, da 7 anni in servizio all’istituto penale per minorenni. L’ultimo episodio grave è successo domenica scorsa, quando alcuni ragazzi hanno appiccato il fuoco ai materassi e lanciato bottiglie di plastica riempite di carta igienica data alle fiamme. La nube tossica ha spedito 4 agenti al pronto soccorso. «Protestano se si nega loro il permesso di andare al campo all’aperto». Gli agenti hanno scoperto che sul prato atterrano sostanze stupefacenti lanciate da fuori. L’ultimo sequestro risale a qualche giorno fa quando ci fu un tentativo – intercettato da una telecamera – di far introdurre 10 grammi di hascisc. «Persino le sigarette sono motivo di tensione. I pacchetti - ne possono fumare al massimo uno al giorno – sono loro consegnati il martedì. Prima del weekend li hanno già terminati. Se non li ottengono, danno in escandescenza». A gennaio ci fu un tentativo di rivolta con tanto di incendio, lancio di tavoli, sputi e minacce alle forze dell’ordine.

«Nel 2010, quando iniziai, i ragazzi nutrivano più rispetto nei nostri confronti - sospira Lipari -. Adesso per loro siamo dei nemici. Alcuni sono senza regole. Non passa turno in cui non mi lancino oggetti. Fare rapporto? Finora non è servito. Io con loro mi comporto da padre: vorrei che raddrizzassero il loro comportamento «dentro» per crearsi una nuova vita fuori». Antonio Fellone, coordinatore nazionale del Sinappe, denuncia la «fortissima carenza di personale al Beccaria: sono una cinquantina gli agenti, dovrebbero essere il 30% in più. E abbiamo anche l’emergenza sanitaria per i topi». Giuseppe Merola, segretario regionale del Sinappe chiede la «testa» della direttrice Olimpia Monda: «Una richiesta di tutte le sigle sindacali. Chiediamo che venga insediato un dirigente dello stato per un vero cambio di rotta». Quello che - stando alla protesta dei sindacati - non è riuscito a dare la direttrice in carica, chiamata a raddrizzare un carcere segnato dal terremoto del 2015 quando l’allora numero uno del Beccaria, Alfonsa Miccichè, fu arrestata per corruzione e concussione. Ai tempi in cui dirigeva il carcere minorile di Caltanisetta, sceglieva associazioni amiche per progetti educativi finanziati con soldi pubblici, in cambio di assunzioni per i suoi cari.

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