Campi aridi Incendio brucia 200mila metri

Circa duecentomila metri quadrati di terreno bruciati dal fuoco. Ieri pomeriggio un vasto incendio si è verificato tra via Milano e via delle Industrie tra Bernate Ticino e la frazione di Casate. Il terzo campo che va in fumo nel giro di una settimana nel territorio. Il gran caldo, la siccità la fanno da padroni e i campi di orzo bruciano in pochi secondi. Erano le 12.30 circa e la colonna di fumo cominciava a vedersi a distanza di parecchi chilometri. Riccardo Ceppi, vigile del fuoco volontario a Corbetta, l’ha vista che era ancora a Robecco sul Naviglio. Passava per caso, non ha perso tempo ed è entrato in una ditta. Facendosi aiutare da alcuni operai ha steso quattro tubi e ha cominciato a spegnere. "Nel giro di un minuto il fuoco ha mangiato una cinquantina di metri – ha detto – mi sono trovato le fiamme davanti e sono dovuto rientrare. Ho continuato a raffreddare anche perché il fuoco era riuscito ad entrare nel giardino di uno dei due capannoni". È riuscito a domarlo evitando che arrivasse ai bancali. Dalla parte opposta c’erano già i vigili del fuoco di Inveruno con tre mezzi e 10 uomini, supportati da altri due mezzi da Legnano e dai volontari del Parco del Ticino di Magenta. Sono servite oltre due ore per domare le fiamme e un ulteriore tempo per le operazioni di bonifica. La siccità è sicuramente la principale responsabile di questo susseguirsi di incendi. La polizia locale di Bernate ha dovuto chiudere la strada per motivi di sicurezza. In una situazione allarmante a cause della siccità, ci sono sindaci che, per evitare lo spreco di acqua, firmano ordinanze che fanno discutere. È il caso di Tradate dove il sindaco Giuseppe Bascialla vieta dalle 6 a mezzanotte fino al 31 agosto di utilizzare l’acqua potabile erogata dall’acquedotto per lavare piazzette e vialetti, per riempire piscine, per innaffiare "prati, giardini e orti", per lavare auto (esclusi gli autolavaggi) e chiede di "ridurre i consumi domestici di acqua ai soli usi potabili ed igienici". Chi non rispetta le regole, rischia una multa da 25 a cinquecento euro.

Graziano Masperi

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