Bovisa-Goccia, un patto per tutelare la natura

Studio sulla vegetazione spontanea che già combatte l’inquinamento nell’area degli ex gasometri ora al centro di un piano di recupero

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di Marianna Vazzana

Nel bosco spontaneo nato nell’area delle vecchie officine del gas alla Bovisa, tra le piante spunta una volpe. Una sagoma inconfondibile immortalata dalle fototrappole, impronta della natura che si riappropria dello spazio rimasto in abbandono dopo la chiusura delle attività industriali negli anni ‘80 e ‘90. Il futuro verde della “Goccia”, così si chiama l’area di oltre 320mila metri quadri al centro di un processo di rigenerazione (sorgeranno il nuovo Campus universitario del Politecnico, una Foresta urbana, il Polo delle Scuole Civiche milanesi e nuovi servizi), passa anche attraverso il “Patto di collaborazione” dalla durata di 3 anni sottoscritto ieri tra il Comune di Milano, l’associazione non profit Terrapreta Aps presieduta da Gianluca Rapaccini, e altre realtà. Obiettivo: tutelare la natura. L’accordo disciplina le attività di osservazione e monitoraggio di questo bosco, esempio di vegetazione spontanea che si riappropria degli spazi urbani e che già ripulisce i terreni con una sorta di bonifica naturale, in grado di “degradare” gli inquinanti.

Al Comune è demandata la custodia dell’area, il coordinamento e direzione delle attività. A Terrapreta, che dal 2021 ha dato origine al laboratorio multidisciplinare di ricerca e sperimentazione Osservatorio la Goccia, è affidato il compito di coordinamento operativo, "con l’obiettivo di avvalorare – spiegano i promotori – questo processo di bonifica naturale e lenta su larga scala della zona". Ancora: il Museo di Storia Naturale, con la sua sezione di Botanica, effettuerà l’inventario della flora vascolare presente (specie arboree, arbustive ed erbacee), come spiega il direttore Domenico Piraina, mentre l’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri-Cnr potrà studiare le dinamiche di degradazione e assorbimento dei contaminanti ad opera di piante e microrganismi impiegati nelle fasi di bonifica. Italia Nostra effettuerà il censimento della vegetazione arborea e arbustiva e sarà anche consulente nella gestione dell’area, portando la sua esperienza sulla riqualificazione di Rogoredo. E al Progetto Natura Onlus è affidato il monitoraggio faunistico. Alla fine dell’iter saranno definiti nuovi percorsi di fruizione pubblica guidata e progressiva della foresta a scopi didattici, pedagogici e ricreativi.

"Per affrontare la crisi climatica e socio ambientale, prima ancora di agire, è fondamentale imparare a guardare le cose dalla prospettiva della natura spontanea", evidenzia l’assessore all’Ambiente Elena Grandi. "Non c’è solo la collaborazione tra pubblico e privato – aggiunge l’assessore alla Partecipazione Gaia Romani – ma si sperimenta anche l’utilizzo di strumenti come lo studio e la ricerca scientifica". E "questo patto – conclude l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi – insiste sulla porzione che nei prossimi anni diventerà un nuovo parco urbano".

L’intento è promuovere soluzioni basate sul “lavoro della natura“ per sostenere e ripristinare gli ecosistemi. "Tra 18 mesi – fa sapere Stefano Zoli, segretario di Terrapreta – sapremo come e dove intervenire, a seconda di cosa sarà emerso dai monitoraggi, e anche quali aree aprire alla fruizione pubblica. Altro intento è promuovere un aggiornamento delle normative sulle bonifiche, che attualmente non sono correlate all’effettivo uso dei terreni precludendone molte volte l’utilizzo".

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