di Gian Marco Walch Vita breve quella di Vittorio Bottego. Breve ma avventurosa, tragica ma gloriosa. Nato nel 1860 a San Lazzaro Parmense, rampollo di una ricca famiglia proprietaria di estesi possedimenti a est della città, ragazzo irrequieto, dopo alcune disavventure scolastiche il giovane Vittorio si iscrisse all’Accademia Militare di Modena. Ed era anche ufficiale di artiglieria a Pinerolo alla scuola di equitazione quando, nel 1887, chiese ed ottenne di far parte del corpo speciale di ufficiali che doveva partire per l’Africa. Iniziava così la sua avventura in un continente largamente sconosciuto. Convinto dell’opportunità di esplorare la Somalia interna, iniziativa in cui si mescolavano magari spirito di esplorazione e utilitarismo coloniale, Bottego cercò tenacemente appoggi degli alti comandi, politici e militari al suo progetto che riuscì però a concretizzare solo il 21 settembre 1982 , intraprendendo la discesa del fiume Giuba cui avrebbe fatto seguito la spedizione sul fiume Omo. Viaggi ardui e faticosissimi che si conclusero tragicamente il 17 marzo 1897 quando Bottego e i suoi compagni, ignari delle traversie che l’Italia aveva iniziato a infliggere all’Etiopia di Menelik, caddero in un’imboscata, a Daga Roba, degli inattesi nemici. La figura di Vittorio Bottego è da oggi al centro di una singolare proposta artistica, e insieme scientifica di Daniele Marzorati: "Cercando di far conoscenza con Omo e Giuba". Due città ispiratrici del progetto: Milano e Parma, la cui università fornisce il patrocinio alla mostra. Due anche le sedi milanesi della mostra stessa: Building, via Monte di Pietà 23, sino al 19 marzo e l’edicola Radetzky, viale Gorizia (Darsena), sino al 28 febbraio. Spiega Irene Sofia Comi, curatrice della duplice esposizione, che la persona di Marzorati, partendo dal personaggio Bottego e dalle tracce ancora tangibili del rimosso coloniale presente a Parma, propone una riflessione sulle rappresentazioni di una memoria collettiva. Nello spazio pubblico ...
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