Milano, i boss della droga intercettati: “Se ho il prezzo mi prendo la città” / VIDEO

Le frasi scambiate da Bartolo Bruzzaniti con gli altri membri dell’organizzazione attraverso i sistemi di messaggistica criptata

Milano – "Se abbiamo prezzo prendo città e tutta (...) Compa i grossisti di Milano per il 70% sono tutti amici miei da 30 anni". Bartolo Bruzzaniti, della famiglia calabrese considerata dagli inquirenti "l'importante se non unico punto di riferimento delle organizzazioni criminali che controllano le più importanti piazze di spaccio dell'area metropolitana" di Milano, delineava così il suo predominio su Milano.

Messaggistica criptata

Frasi scambiate su sistemi di messaggistica criptata finite al centro dell'inchiesta coordinata dalla Dda di Milano e condotta dalla Guardia di finanza, che ha portato all'esecuzione di misure cautelari a carico di 40 persone (38 in carcere e 2 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria).

“Milano mi spetta d’ diritto”

"Io fronteggio due fronti a Milano perché mi spetta di diritto e giù l'ho fatto per disturbare a sti infami". È una delle altre frasi intercettate a Bartolo Bruzzaniti durate le indagini. Una frase che – ha sottolineato la coordinatrice della Dda milanese Alessandra Dolci  – spiega quanto il boss dell’Ndrangheta fosse davvero il padrone del mercato milanese della droga. “Dire ‘Mi spetta di diritto’ – ha detto il magistrato in conferenza stampa – significa mettere la bandierina su Milano e dire che chi vuole trafficare si deve rivolgere a me”. 

Milano capitale della droga

"Milano emerge come l'epicentro per l'importazione, lo stoccaggio e lo smistamento di stupefacenti - ha spiegato il capo della Dda di Milano, Alessandra Dolci - e chi si vuole occupare del business della cocaina a Milano deve stringere un accordo con le famiglie calabresi".

La rete di distribuzione

Accordo stretto, secondo l'inchiesta, fra i narcotrafficanti Raffaele Imperiale e Bruno Carbone e la famiglia Bruzzaniti. La droga veniva caricata su tir nei Paesi Bassi e trasportata in Italia, stoccandola in un magazzino a Gerenzano, nel Varesotto. Poi veniva distribuita ai grossisti, tra i quali l'organizzazione guidata da Davide Flachi, figlio del defunto "boss della Comasina" Pepè Flachi, di recente condannato in primo grado a vent'anni di carcere.

La base di Quarto Oggiaro

L'inchiesta ha smantellato anche un'organizzazione "operante sul quartiere di Quarto Oggiaro, considerata una delle piazze di spaccio storiche e più importanti del territorio milanese". "Questa indagine dimostra l'entità del narcotraffico sul territorio - ha spiegato il procuratore di Milano, Marcello Viola - l'espansione del mercato milanese e l'incrocio elevatissimo di domanda e offerta".

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