Pieve Emanuele, bimba prematura nasce in casa: salvata dalla vicina e dai volontari Cri

Lieto fine per una storia che poteva trasformarsi in tragedia

La coppia di genitori con la bimba e la vicina di casa (Mdf)

La coppia di genitori con la bimba e la vicina di casa (Mdf)

Pieve Emanuele (Milano), 27 novembre 2018 - Esistono storie fatte di coincidenze, per alcuni è destino, altri la chiamano provvidenza. La storia di Giada, venuta al mondo neanche un mese fa, è un po’ tutto. Un destino che sembrava segnato, una tragedia, e invece grazie a bravi soccorritori e a una vicina di casa attenta la storia della piccola Giada sarà una di quelle da raccontare con gli occhi lucidi e il sorriso.

Come quello dei volontari della Croce Rossa di Opera che ora sorridono, ma quando si sono trovati davanti una bambina nata un mese prima che non respirava, «l’ansia è salita - ricordano -. Un’emozione dopo l’altra: panico, preoccupazione, poi l’adrenalina e la felicità quando ha dato i primi segni di vita». Sei del mattin , via dei Pini a Pieve Emanuele. Ghiulseven Caragop, 21 anni, origine romena, si sveglia con dolori lancinanti. Il marito Mauro Bruno, 35 anni, è al lavoro, fa la guardia giurata e il destino vuole che non sia a casa, «un collega mi aveva chiesto di coprire il turno», racconta con la voce rotta dall’emozione. Lei è incinta di otto mesi, urla aiuto, la vicina Alessia Caruso si precipita: la trova in piedi, con il telefono in mano. Prende la cornetta e spiega all’operatrice del 112 la situazione. «Mi ha detto di prendere asciugamani, acqua calda - racconta - sembrava un film. L’ho accompagnata verso il divano, ma la bimba è nata, la mamma ha tentato di afferrarla, ma è scivolata. Il cordone si è spezzato, l’ho raccolta e avvolta in un asciugamano: non respirava e non piangeva».

Alessia inizia un massaggio cardiaco su quel corpicino trasparente e in quell’istante varcano la porta i volontari della Cri. La squadra «festivi e del sabato notte», quando c’è più bisogno di soccorritori. Di giorno sono agenti di commercio, designer, informatici, impiegati del ministero dell’Istruzione. Di sera, si trasformano in angeli: Marco Massari, 50 anni, Claudia Colucci, 25, Tullio Passeri, 44, e Gaia Mapelli, 34. «Stavamo per smontare il turno. Dicono che cose così non capitano mai e se capitano la differenza la fa il lavoro di squadra». Saper come fare mettendo da parte il panico glielo ha insegnato il responsabile della formazione Lorenzo Palvarini: «Grazie alle sue lezioni sulla rianimazione infantile abbiamo mantenuto la calma. Abbiamo scaldato dei teli nel microonde ed effettuato tutte le manovre: la piccola ha iniziato a respirare». Appena la mamma, che «ci supplicava di salvarla», si è resa conto che la bimba era viva, ha ceduto: aveva perso molto sangue. L’automedica l’ha portata di corsa, insieme alla bimba trasportata dai volontari, all’ospedale. Mamma e figlia stanno bene e i genitori ringraziano «con tutto il cuore i nostri angeli. La nostra bimba ha una madrina ora, la nostra vicina, e quattro zii in più

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro