Biblioteca digitale contro "fake" sanitarie

Ruben

Razzante*

Durante il Covid l’emergenza fake news è esplosa, soprattutto in Rete. L’Organizzazione mondiale della sanità ha denunciato il rischio infodemia, intesa come circolazione incontrollata di informazioni non vagliate e non verificate che disorientavano i cittadini. Si sono moltiplicate negli ultimi anni le iniziative per rendere più facilmente accessibili le notizie riconducibili relative a fonti scientifiche e istituzionali e per marginalizzare quelle di dubbia autenticità. Intorno alla startup “Tonic App” e alla sua piattaforma digitale destinata alla comunità medica sta nascendo una grande biblioteca digitale ed internazionale, a sostegno della lotta alle fake news sul versante sanità. Somiglia a wikipedia e in essa i clinici di mezza Europa possono condividere con i pazienti informazioni affidabili e scritte in un linguaggio accessibile, con l’obiettivo di arginare la ricerca spasmodica di diagnosi (non corrette) fatte dal “dottor Google” o dal “dottor Yahoo”. E’ sempre più frequente, infatti, nei motori di ricerca, la digitazione di parole chiave per ottenere risposte a dubbi riguardanti la salute. Nel progetto sono coinvolte quattro associazioni italiane di sostegno a pazienti e famiglie (l’associazione Palinuro, cistite.info, l’associazione Epilessia e la Casa delle Donne di Bologna), insieme a una dozzina di loro controparti spagnole e portoghesi, per un totale di oltre 41 milioni di pazienti seguiti. Informazioni e materiali prodotti dalle associazioni di pazienti, ma anche da enti pubblici, aziende farmaceutiche e dispositivi biomedici, verranno preventivamente verificati da un team multidisciplinare di “Tonic App”. Attraverso la piattaforma di “Tonic App” i medici possono condividere al momento contenuti su 75 malattie diverse, dalla prevenzione alle terapie, rispondendo anche a preoccupazioni e domande più frequenti da parte di pazienti e famigliari.

*Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica