Benefit e nodi dei dipendenti pubblici

Achille

Colombo Clerici*

Italia paradiso dei dipendenti pubblici? L’analisi, compiuta dal Centro Studi Cescat di Assoedilizia su dati di istituzioni nazionali ed europee – Istat ed Eurostat in primis, Aran, Centro Studi Impresa e Lavoro, Forum PA ed altri – conferma che il nostro dipendente pubblico tipo gode di benefit e vantaggi raramente offerti dal settore privato; ma rivela, contraddicendo una vulgata diffusa, che una lamentata inefficienza della burocrazia sia addebitabile principalmente a carenze nell’organico. Al 31 dicembre 2020 risultavano attive 12.780 istituzioni pubbliche, presso le quali prestavano servizio 3.601.709 unità, di cui 3.396.289 dipendenti (94,3% del personale) e più di 205mila (il restante 5,7%) occupati con altre forme contrattuali. Il 56,1% dei dipendenti si concentra nell’Amministrazione centrale, che comprende il personale delle scuole statali e delle forze armate e di polizia. Il 20,1% dei dipendenti pubblici è occupato nelle Aziende o Enti del Servizio sanitario nazionale, il 10,2% nei Comuni. L’Italia è al quart’ultimo posto in Europa nel rapporto tra numero dei dipendenti pubblici e totale degli occupati, pari al 14%. Soltanto l’Olanda (13%), il Lussemburgo (12%) e la Germania (10) ne avrebbero di meno. Ma nel caso tedesco i lavoratori della sanità hanno dei contratti privati anche se pagati con denaro pubblico. La classifica è guidata dai paesi dell’area scandinava (Svezia 29%, Danimarca 28%, Finlandia 25), la Francia è al sesto posto con il 22% e persino la Grecia (18%), l’iperliberista Gran Bretagna (16%) e la Spagna (15%) precedono l’Italia. Quanto guadagna un dipendente pubblico europeo? In Italia mediamente 2.827 euro al mese. In testa alla classifica troviamo il Lussemburgo, 5.661 euro al mese. Seguono Germania, 4.758, Danimarca 3816, Finlandia 3.665, Svezia 3.080, Austria 3.274, Belgio 2.935, Paesi Bassi 2.927, Spagna 2.909, Irlanda 2.908. Quindi l’Italia. Dal Pnrr intanto arrivano 1,3 miliardi di euro di risorse per migliorare la capacità amministrativa e 400 mln di fondi strutturali e cofinanziamento. A questi si aggiungono 6,1 mld per la trasformazione digitale della PA.*Presidente Assoedilizia

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