Navigli, le barche in Darsena benedette dopo 94 anni

La Canottieri San Cristoforo ha riportato il rito in Darsena, con trenta imbarcazioni e padre Ciro Sicignano, parroco canoista

Un momento della benedizione delle barche in Darsena

Un momento della benedizione delle barche in Darsena

Milano, 12 gennaio 2020 - La benedizione delle barche in Darsena non avveniva più dal 1926: un’altra tradizione antica recuperata dalla Canottieri San Cristoforo, dopo il Cimento, il tuffo invernale nelle acque del Naviglio Grande. Sulle quali ieri trenta barche hanno navigato fino alla Darsena, dove padre Ciro Sicignano, parroco della chiesa di Sant’Antonio da Padova a Corsico, ha benedetto le imbarcazioni.

"Ci stiamo impegnando per riportare le tradizioni di una volta in città – spiega Sergio Passetti, presidente della Canottieri San Cristoforo –. Dal 2009 abbiamo recuperato il Cimento che non si faceva da 63 anni, e al “classico” abbiamo aggiunto il tuffo di mezzanotte, “da leoni“ perché prima d’immergersi i partecipanti si lanciano una secchiata di cubetti di ghiaccio addosso. I cittadini devono avere rispetto dei Navigli, perché Milano è una città d’acqua. Riaprirli sarebbe una buona idea: l’acqua è pulita, ogni anno la facciamo controllare e posso confermare che i Navigli sono balneabili". Alla benedizione hanno partecipato sup, big sup, barche da 14, con la voga veneta, la gondola e altre imbarcazioni con la voga classica. A bordo c’erano anche bambini e anziani, e c’era Dino Tosi, figlio di Antonio Tosi, uno degli 11 membri dell’equipaggio del battello Pio XI, l’imbarcazione che il 27 giugno del 1926 fu benedetta in Darsena: "Ho provato un’emozione fortissima ad assistere dopo così tanti anni a una benedizione delle barche. È un sogno che si realizza". Il Pio XI, lungo 17 metri e largo quasi quattro, fu costruito nei cantieri Breda e dopo la benedizione venne utilizzato come servizio di collegamento sul Nilo tra le città di Khartoum e Wau. "Sembra che galleggi ancora da qualche parte lungo il Nilo, dobbiamo riportarlo a casa", dice Tosi.

Padre Sicignano, che ha impartito la benedizione in una Darsena affollata, dice che "bisognava ripristinare anche questa tradizione importante. Dobbiamo ringraziare chi ci dà l’acqua, è fondamentale per la nostra vita e ci dà occasioni importanti di incontro e di sport". Padre Ciro è anche un appassionato vogatore: "Ho conosciuto questo sport in Spagna. Mi ha incuriosito e ho imparato ad amarlo grazie ai bravissimi istruttori della Canottieri San Cristoforo. Sono ormai prossimo a un trasferimento a Roma, è stato bello partecipare a questa iniziativa alla vigilia della partenza". Anche il ventenne Tommaso Romagnoli Mosca, studente di Agraria, fa canoa, "da tre anni. D’inverno mi alleno qui e d’estate sul fiume. Non è vero che l’acqua del Naviglio è sporca: non ci sono scarichi. Spero con la benedizione di avere fiumi più potenti, rapide più veloci e di essere protetto, ma una cosa è sicura: andare sul fiume è pericoloso, sul Naviglio no". La qualità dell’acqua è anche merito degli Angeli dei Navigli, canoisti auto-arruolati per pulire i canali: "I Navigli sono puliti e finalmente la gente inizia a capirlo, e a rispettarli - spiega il fondatore Simone Lunghi -. Questo trend funziona, vediamo nascere associazioni che puliscono la città e i parchi. Vogliamo fare rinnamorare dell’acqua milanese i turisti e i milanesi stessi".  

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