Autopsia e perizie per spiegare la morte di Andrea

L’inchiesta del pm Storari punta ad accertare la responsabilità di chi aveva il compito della manutenzione del ponte

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di Anna Giorgi

Sarà la relazione sull’autopsia a dare un contributo importante all’esame cinetico della caduta di Andrea Elifani, il 40enne morto venerdì sera a seguito del crollo della balaustra sul ponte della Martesana. In base alla profondità delle ferite gravissime alla testa, che hanno portato Elifani alla morte quasi immediata, sarà ricostruita la dinamica precisa e la velocità della caduta dal punto più alto del ponte. Questa relazione sarà incrociata con i rilievi tecnici sulla stabilità della balaustra e del tubolare che la reggeva, in carico questi ultimi ai vigili del fuoco e alla polizia locale. Quando il fascicolo aperto in procura dal pm Paolo Storari sarà completo, allora si potranno valutare eventuali profili di responsabilità dei dirigenti dell’ufficio preposto alla manutenzione dei ponti. I consiglieri del Municipio Due fanno notare che diversi interventi erano stati realizzati proprio qualche mese fa, ma soltanto sulla pavimentazione sostituita perché pericolosa, nessuno aveva mai segnalato anomalie sulla balaustra.

Una morte sfortunata e terribile quella di Andrea Elifani, che, ad aggiugnere dramma alla tragedia, sarebbe diventato papà ad agosto.

Secondo quanto hanno raccontato i molti testimoni, ascoltati a verbale dai vigili, e anche l’amico con cui Elifani stava bevendo un drink, il 40enne sarebbe caduto subito dopo essersi semplicemente appoggiato con le mani e la schiena al tubolare della balustra. Nessuna spinta, pare nessuna tentativo di sedersi sopra, sollecitando eventualmente il cedimento, ma questo potranno determinarlo con certezza solo le perizie che sono state disposte dal tribunale nel corso dell’indagine.

Le prime indicazioni arrivano però dal sopralluogo dei tecnici dei vigili del fuoco, a cui è parso evidente che le condizioni del ponte fossero "potenzialmente pericolose". Il quadro tracciato è quello di un incidente dovuto alle condizioni precarie del ponte di ferro conosciuto come "El pont de pan fiss" (il ponte del pane fisso), chiamato così perché in quella zona c’era la fabbrica di candele Branca che garantiva il "posto sicuro" ai lavoratori. Negli anni quel piccolo ponte sul canale è diventato un simbolo della vecchia Milano che resiste alla modernità dei grattacieli poco distanti.

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