"Dal nuovo stadio di San Siro arriveranno i soldi per le case popolari"

L’assessore Tancredi: il progetto di Milan e Inter è una grande occasione per tutto il quartiere. Fondi con oneri o contributo dei club

Le case popolari Aler a ridosso del vecchi stadio di San Siro

Le case popolari Aler a ridosso del vecchi stadio di San Siro

 

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Milano - «Il progetto del nuovo stadio di San Siro è una grande occasione per tutto il quartiere. Spero che il dibattito pubblico ne tenga conto". L’assessore comunale alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi interviene con toni soft nell’acceso confronto cittadino sul futuro dello stadio Meazza ma con idee piuttosto chiare. "Quell’area di San Siro ha due criticità – afferma l’assessore –. La prima riguarda proprio le funzioni presenti su quei terreni. Se facciamo in giro lì in questo momento vediamo il grande monumento allo sport, cioè lo stadio Meazza, ma intorno ad esso il nulla. È una situazione che può andare avanti così in una città che dal punto di vista ambientale e sociale vuole fare dei passi avanti?".

Non è finita. "La seconda criticità riguarda la zona a sud del quartiere San Siro, dove ci sono le case popolari con cittadini in difficoltà. Perché da questo progetto proposto dai club non cerchiamo di far generare delle risorse per quella parte del quartiere? In ogni progetto di rigenerazione urbana il Comune prova a fornire benefici anche alle aree esterne al perimetro del progetto. Il nuovo stadio di San Siro è una grande occasione per tutto il quartiere". Appunto.

L’equazione politico-urbanistica proposta da Tancredi punta a trovare un ampio consenso che vada oltre la diatriba sportiva e ambientale sul “nuovo stadio sì o no’’ o sul “sì o no al vecchio Meazza’’: con l’investimento privato per il nuovo stadio si potrebbe cambiare il volto del quartiere, in particolare della sua parte più degradata, quella delle case popolari intorno a piazzale Selinunte. L'obiettivo è stato accennato anche dal sindaco Giuseppe Sala nelle scorse settimane. Tancredi ora entro più nello specifico. Una prima domanda sorge spontanea: quando si parla di risorse per il quartiere popolare si intendono gli oneri di urbanizzazione generati dal progetto per il nuovo stadio (con il precedente progetto da indice volumetrico a 0,51 erano stati quantificati in circa 80 milioni di euro) oppure un contributo straordinario che il Comune potrebbe chiedere a Milan e Inter per la riqualificazione delle case popolari?

"Possono essere considerate entrambe le strade – risponde l’assessore –. Non sappiamo ancora a quanto ammonteranno esattamente gli oneri di urbanizzazione generati dal progetto dei club, con la riduzione dell’indice volumetrico bisogna ancora capire se ci sarà la disponibilità delle squadre a fare di più per il quartiere limitrofo". Le case popolari di San Siro, però, sono gestite da Aler e di proprietà della Regione, non bisogna dimenticarlo, Sala lo ha già fatto presente più volte parlando del tema. La proprietà regionale degli alloggi potrebbe essere un ostacolo in più? "Bisogna guardare oltre, quelli sono cittadini milanesi", taglia corto Tancredi.

L’assessore, subito dopo, fa il punto della situazione sui prossimi passaggi amministrativi in programma. Il primo, indicato dalla delibera della Giunta comunale che ha concesso al progetto rossonerazzurro l’interesse pubblico, prevede la revisione del Piano economico-finanziario precedentemente presentato dai club. "La delibera – spiega Tancredi – dice che i club dovranno ripresentare il Piano economico-finanziario alla luce degli indici volumetrici ridotti da 0,51 a 0,35". Il motivo è semplice: "Noi e le società dovremo essere reciprocamente certi che riducendo le volumetrie l’operazione economica stia in piedi".

I rendering commissionati due anni fa a Populous per La Cattedrale e a Manica-Sportium per Gli Anelli – i due progetti in ballottaggio per il nuovo stadio – mostrano varie torri per hotel e uffici a fianco di un Meazza parzialmente demolito. Con la riduzione dello 0,35, una o più torri saranno ancora possibili o no? "In quell’area non ci sono vincoli di altezza, perché non ci sono nelle vicinanze aeroporti o altri limiti di tipo storico – replica l’assessore –. Non possiamo escludere nulla per ora. In ogni caso nella Conferenza dei servizi il Comune sarà il soggetto più importante". Il passo successivo sarà la presentazione del progetto definitivo da parte dei club, ma l’assessore non si sbilancia sui tempi: "La legge non prevede scadenze".

L’amministratore dell’Inter Alessandro Antonello ieri ha indicato questa scadenza: "Il nostro obiettivo è inaugurare il nuovo stadio di Milano nel 2027. Abbiamo perso troppo tempo". Il nodo San Siro sbarcherà in Consiglio comunale quando si parlerà della concessione dei diritti di superficie per 90 anni a Milan e Inter. "Se i club confermeranno quest’ipotesi, l’atto dovrà essere approvato dal Consiglio comunale". Resta un’alternativa teorica, non esclusa a priori da Tancredi: che i club decidano di acquistare il terreno. Comunque, alla fine dell’iter progettuale, il Comune aprirà un bando pubblico. "Si tratta di un project financing. La legge, dunque, prevede che quando il progetto per tutta l’area, non solo per il nuovo stadio, sarà approvato, dovrà essere messo a gara, con diritto di prelazione a favore dei proponenti, cioè Milan e Inter".

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