Caso Antinori, il verdetto del perito: "La firma non è dell’infermiera"

Sotto la lente il modulo per il consenso al prelievo di ovociti

Severino Antinori

Severino Antinori

Milano, 45ottobre 2017 - Le firme apposte sui moduli del consenso informato all’intervento non appartengono alla infermiera spagnola, presunta vittima di un prelievo forzato di ovociti da parte del ginecologo Severino Antinori. Lo ha confermato ieri mattina in aula il perito incaricato dal tribunale di effettuare l’accertamento grafologico sui documenti sanitari necessari all’intervento di espianto di ovociti avvenuto il 5 aprile 2016 e agli atti del processo a carico del medico e di altre quattro persone imputate, a vario titolo, con le accuse di rapina, violenza privata e lesioni. 

Il presidente dell’ottava sezione penale Luisa Ponti ha aggiornato il processo al prossimo 29 novembre, per consentire al perito di proseguire il lavoro e accertare, per quanto sarà possibile, a chi sia riconducibile la scrittura che appare sui moduli. L’accertamento era stato disposto lo scorso maggio dai giudici che hanno affidato al perito calligrafico l’incarico di verificare l’autenticità di alcune firme attribuite all’infermiera, presunta vittima del prelievo forzato di ovociti, sui moduli del consenso informato all’intervento e all’anestesia.

La versione di Antinori, resa a suo tempo durante l’interrogatorio in aula, è opposta. La giovane, che il professore aveva conosciuto in Spagna e che si era infatuata di lui, un giorno si presentò a Milano e poiché non sapeva dove andare lui dispose «portatela in albergo». In quell’occasione l’infermiera, aggiunse il professore, «ha espresso la volontà di fare la donazione. Le ho detto di andare alla clinica e di seguire tutto l’iter di sicurezza per la procedura». Antinori ha sempre negato ogni violenza così come di averretribuito la giovane per la donazione di ovuli.

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