Anno giudiziario al via, ma solo in streaming

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Per colpa dell’epidemia sarà a ranghi ridotti, senza pubblico e senza sfilata di toghe e banda. La cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, prevista per sabato 30 gennaio, dovrebbe durare circa un’ora ed essere trasmessa via streaming.

Lo ha reso noto il presidente della Corte d’appello facente funzione Giuseppe Ondei che ha spiegato che il suo discorso dovrebbe durare 20 minuti e che anche quelli delle altre autorità che interverranno dovrebbero essere brevi. Per quel giorno, nell’aula magna del Palagiustizia, dove saranno ammesse una quindicina di persone, interverrà anche il neo procuratore generale Francesca Nanni, che si dovrebbe insediare cinque giorni prima. Per l’occasione ci sarà un mini coro - tre cantanti - che si esibirà con l’Ave Maria di Schubert per ricordare le vittime del virus.

Una decisione quasi obbligata, quella della cerimonia di apertura ridotta, di fatto, ad un appuntamento più che altro simbolico. Del resto era stata la Cassazione a dettare la linea già lo scorso dicembre, quando la direttiva firmata dal primo presidente Pietro Curzio, dopo aver dato atto che in realtà l’assemblea generale fissata nella sede della Suprema Corte l’ultimo venerdì di questo gennaio, quella alla presenza del presidente della Repubblica nel corso della quale di inaugura tradizionalmente l’anno giudiziario, "non è direttamente soggetta" alle prescrizioni del Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte sul divieto di pubblico nelle cerimonie, tuttavia non poteva che prendere atto delle necessarie precauzioni e del "più attento rispetto del protocollo".

Perciò anche nell’aula romana, di fronte al capo dello stato Sergio Mattarella, quest’anno porte aperte ai soli "protagonisti istituzionali", i cui interventi non potranno durare complessivamente oltre un’ora. A Milano e nelle altre sedi di Corte d’appello il giorno dopo (come da sempre prevede il protocollo) stavolta anche le modalità non potranno che essere analoghe.

E dunque molto diverse, necessariamente, da quelle tradizionali anche se, probabilmente, tra chi prenderà brevemente la parola, oltre al presidente (facente funzioni) della Corte d’appello e alla neo procuratrice generale (prima volta assoluta per una donna nella più alta carica dell’accusa) dovrebbero figurare in presenza, come sempre, anche un rappresentante del governo, uno del Csm, il Consiglio superiore della magistratura e il presidente dell’Ordine degli avvocati.

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