Andrea Nepentini, l’anti-hacker: "Lezioni con gli 007, ora punto sul mio Paese"

La scelta di cercare lavoro in Italia dopo il master al King’s College. "In Uk prenderei il doppio ma non importa: aprirò una startup"

Andrea Pavel Nepentini si laureato nel Paesi Bassi Poi il master in Intelligence e Sicurezza internazionale a Londra

Andrea Pavel Nepentini si laureato nel Paesi Bassi Poi il master in Intelligence e Sicurezza internazionale a Londra

Milano – Terminato il master a Londra, Andrea Pavel Nepentini si è trovato di fronte a un bivio: iniziare un percorso professionale all’estero e accettare una delle offerte di lavoro arrivate oppure rientrare a Milano, la sua città d’origine. Ha scelto la seconda opzione, perché "vorrei contribuire alla crescita del mio Paese, l’Italia, nel campo della sicurezza informatica". Andrea Pavel, 24 anni, sta percorrendo una strada contraria rispetto al flusso dei neolaureati, con competenze spendibili nel mercato del lavoro, che decidono di spiccare il volo in Paesi dove la condizioni sono meno precarie e gli stipendi, anche d’ingresso, sono dignitosi.

Come si è svolto il suo percorso di studi?

"Il mio percorso dopo il diploma al liceo Scientifico è iniziato all’Università Cattolica ed è proseguito all’estero. Nel 2022 ho conseguito la laurea triennale in Relazioni internazionali alla statunitense Webster University nel campus di Leida, nei Paesi Bassi. Poi mi sono spostato nel Regno Unito, dove mi sono iscritto a un master in Intelligence e Sicurezza internazionale al King’s College di Londra, coltivando la mia passione per la cybersicurezza. Il valore aggiunto è stato quello di avere come insegnanti anche agenti dei servizi segreti inglesi, esperti di intelligence, ex militari che hanno speso la loro vita professionale in questo settore. Quando è terminato il mio percorso di studi mi sono trovato di fronte a un bivio, e ho deciso di rientrare a Milano".

Perché?

"Nel Regno Unito ci sono importanti opportunità di lavoro nel campo della sicurezza informatica, gli stipendi nel mio settore sono fino a due volte e mezza più alti rispetto all’Italia. Non ne ho fatto però una questione di soldi, o di opportunità di carriera. Ho scelto di tornare perché vorrei portare un contributo al mio Paese, spendendo in Italia le competenze che ho acquisito all’estero".

Che tipo di lavoro sta cercando?

"Per i mie studi ci sono sbocchi sia nel settore pubblico che nel privato. Sto lavorando, però, anche per aprire una mia startup nel campo della cybersicurezza. L’idea è quella di creare un sistema integrato che parta dalla creazione di un sito internet per arrivare al test sulla sicurezza, provando ad attaccarlo e a distruggerlo per far emergere eventuali falle. Sono servizi sempre più richiesti e necessari, di fronte all’aumento degli attacchi informatici".

L’Italia è un Paese per giovani?

"Mi dispiace dirlo ma nel nostro Paese i giovani non sono valorizzati come dovrebbero, anche dal punto di vista degli stipendi. Per questo molti restano all’estero dopo gli studi, e non sono incentivati a rientrare".

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