Milano, altro attacco degli anarchici alle banche: "Intesa Sanpaolo fa affari in Russia"

Distrutto a martellate il bancomat di viale Rapisardi. La rivendicazione: contro capitalisti e guerrafondai

La filiale Unicredit di viale Richard dopo l’esplosione

La filiale Unicredit di viale Richard dopo l’esplosione

Milano, 28 maggio 2022 - Un altro attacco alle banche. Certo meno eclatante di quello che alla fine dell’anno scorso ha devastato la filiale Unicredit di viale Richard, ma comunque messo in scena per colpire un altro dei più importanti attori del sistema finanziario del nostro Paese, a dare continuità a una serie che nel 2021 ha coinvolto pure una sede del Partito democratico e il parco macchine di una società di vigilanza. Pure stavolta, come cinque mesi fa, si era pensato inizialmente a un banale atto vandalico, soprattutto per le modalità d’azione, ma anche in questa occasione una rivendicazione sui siti web della galassia anarchica ha messo la firma sul blitz. Nel mirino, lo scorso 11 maggio, è finito il bancomat di Intesa Sanpaolo di viale Rapisardi, a Bruzzano, distrutto a martellate. I residenti se ne sono accorti immediatamente, anche perché un anno fa avevano chiesto a gran voce che l’unico punto di prelievo rimasto in zona sopravvivesse per evitare che gli anziani dovessero sobbarcarsi più di un chilometro a piedi o in autobus per fare rifornimento di contanti.

Se ne sono accorti pure quelli di Intesa, che, stando a quanto risulta al Giorno , hanno a loro volta ipotizzato che dietro il danneggiamento dello sportello automatico (oggi riparato e funzionante) ci fosse qualche teppista. E invece nei giorni scorsi un comunicato anonimo, rilanciato da un portale d’area, ha chiarito il contesto di riferimento: "Questa azione – l’incipit – mira a colpire uno dei tanti affaristi implicati nella guerra in Ucraina. Intesa Sanpaolo, principale gruppo bancario in Italia, è presente in Russia con 28 filiali, detiene 1,3 miliardi di asset, ha emesso più di 5 miliardi di prestiti a società russe e possiede più di 50 milioni in titoli di Stato". E ancora: "Nel 2017 ha acquisito il 19% del capitale azionario di Rosneft, colosso petrolifero russo. In Ucraina controlla Pravex Bank. Attualmente è in una fase di revisione strategica per contemperare i propri profitti con le sanzioni occidentali". Quindi, il proclama squisitamente politico: "Occorre sabotare la guerra sferrando attacchi ai capitalisti e guerrafondai nostrani, rifuggendo dalle mobilitazioni del civile pacifismo". Nella nota, che si chiude con la frase "Nessuna pace - Guerra al potere", gli autori hanno dato solidarietà a "tutti gli anarchici e le anarchiche" attualmente in carcere in "Italia, Cile, Grecia, Inghilterra, Russia e Bielorussia" e riservato un pensiero particolare ad Alfredo Cospito, uomo-simbolo della Federazione anarchica informale recentemente coinvolto nell’inchiesta delle Procure di Milano e Perugia sulla rivista "Vetriolo" e detenuto nel carcere di Sassari in regime di 41-bis; nel suo curriculum criminale, l’ideologo della Fai conta una condanna definitiva a 9 anni, 5 mesi e 10 giorni per la gambizzazione dell’allora ad di Ansaldo Roberto Adinolfi (avvenuta il 7 maggio 2012 a Genova) e una in Appello a 20 anni per l’operazione dei pm torinesi Scripta Manent (48 ore fa l’udienza in Cassazione). Degli accertamenti investigativi si stanno occupando gli specialisti della Digos, d’intesa col capo del pool Antiterrorismo Alberto Nobili.

Non è l’unico fascicolo aperto sull’argomento. Sì, perché nella notte tra il 20 e il 21 dicembre scorsi un’esplosione, innescata da una sostanza infiammabile versata all’ingresso e nelle intercapedini delle porte, aveva pesantemente danneggiato l’Unicredit di viale Richard, alla Barona. In un primo momento, l’attenzione si era concentrata sul possibile attacco di una banda di "bancomattari"; tuttavia, un mese dopo i presunti responsabili avevano usato la solita cassetta delle lettere virtuale per gettare una luce completamente diversa, e ancor più sinistra, su quanto accaduto, spiegando di aver scelto quel bersaglio perché "da anni finanzia l’esportazione di armi e sistemi militari". Non è finita. Nell’elenco figurano pure l’attacco dell’8 ottobre all’Ortica contro la sede del Pd (definito all’epoca "uno dei principali fautori delle attuali restrizioni e del green pass") e l’incendio del 28 ottobre di due macchine dell’agenzia di sicurezza privata Skp in viale Ripamonti. Con i soliti slogan a corredo: "Agire per rilanciare l’offensiva anarchica. Senza tregua. La guerriglia non si arresta".

 

 

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