Milano, professione ambulante ma con 150mila euro di gioielli

Orologi e bracciali sequestrati per la sproporzione con i redditi dichiarati

Il materiale sequestrato

Il materiale sequestrato

Milano, 27 gennaio 2020 - L’alternativa lecita poteva essere solo l’eredità della nonna. Com’era possibile, infatti, che il signor F. Picasso (cognome inutilmente impegnativo), 57enne di origini peruviane e redditi minimi - ma soprattutto una lunga carriera di ricettatore alle spalle - si ritrovasse in casa un sacchettino con orologi, gioielli e monili per un valore di quasi 150mila euro?

Eredità della nonna forse, per l’appunto. Ma per i carabinieri che tempo fa ritrovarono quel ben di dio durante una perquisizione nella sua casa in zona Sempione, non c’erano invece dubbi che si trattasse di oggetti rubati e dunque nient’altro che attrezzi del mestiere per quell’indagato con varie condanne sulle spalle. Il problema è che denunce di furto, per quei preziosi, non ce n’erano se non una relativa ad un orologio Patek Philippe da 25 mila euro.

Ma per quello, Picasso ha subito chiesto di patteggiare un anno e quattro mesi. Sul resto, invece, ha sostenuto trattarsi non proprio dell’eredità ma di orologi e gioielli di scarso valore da lui ricevuti in dono o comprati. Con i suoi denari, ha aggiunto. Perché nonostante dichiari al fisco circa mille euro di reddito al mese (che gli bastano appena per l’affitto di casa) in realtà guadagnerebbe bene con la sua attività di venditore ambulante di specialità gastronomiche e grazie ai numerosi immobili che ha assicurato di possedere in Sudamerica.

A quel punto, e in attesa che si definisca il caso davanti al giudice penale, è intervenuto però il sequestro dei gioielli deciso dai giudici della sezione misure di prevenzione. Anche in assenza di certezza sulla provenienza illegale di bracciali e orologi di marca, il tribunale (presidente Fabio Roia) ha infatti deciso di procedere al sequestro preventivo dei beni sulla base della sproporzione evidente tra quanto dichiarato al fisco dal peruviano e quanto ritrovato nel sacchettino a casa sua in uno sgabuzzino tra cucina e camera.

Una normativa (quella che consentirebbe anche la confisca dei preziosi pur in assenza di condanna penale) pensata qualche anno fa per poter aggredire i patrimoni mafiosi intestati spesso a prestanome incensurati, ma la cui applicabilità il legislatore ha piano piano voluto allargare (non senza polemiche in sede politica) anche a situazioni diverse come quelle legate a reati fiscali, di corruzione e più di recente anche a stalking e maltrattamenti in famiglia.  

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