Alle famiglie solo il 29% dei fondi disponibili

Negli ultimi 3 anni inutilizzati gran parte dei soldi per gli assegni per la disabilità. La Regione: al lavoro per far crescere la percentuale

di Giambattista Anastasio

Alle famiglie delle persone con disabilità gravissima viene corrisposto poco meno del 30% dei fondi che Regione Lombardia ha a sua disposizione per i voucher sociosanitari. Una percentuale decisamente modesta che negli ultimi tre anni si è confermata sempre uguale a se stessa senza risentire in alcun modo né del raddoppio del plafond complessivo messo a disposizione dallo Stato (attraverso il Fondo nazionale per la non autosufficienza) e dalla Regione né della pandemia con le restrizioni che questa ha comportato e le paure che ha generato.

Per chi non lo sapesse, i voucher sono dei buoni di un determinato importo economico che vengono concessi alle famiglie delle persone con disabilità gravissima (B1) per coprire le spese per terapie e progetti di sollievo per i caregiver e non solo.

Bene, stando ai dati che compaiono in allegato alla delibera della Giunta regionale datata 21 febbraio 2022, la delibera che ha rivisto i criteri per l’accreditamento degli enti interessati a fornire le prestazioni previste dai voucher sociosanitari, nel 2019 i fondi a disposizione della Regione per i buoni ammontavano a 6 milioni di euro e i fondi effettivamente corrisposti alle famiglie sono stati pari a 1,73 milioni di euro: il 28,9% delle risorse disponibili. L’anno successivo i fondi sono stati più che raddoppiati: 13 milioni di euro. Ma la percentuale dei fondi erogati non è cambiata: il 29% del totale, pari, in numeri assoluti, a 3,77 milioni di euro. L’ultimo dato è quello relativo ai primi tre trimestri del 2021: ancora 13 i milioni di euro a disposizione per i voucher sociosanitari e anche questa volta la percentuale di utilizzo non è andata oltre il 29%, si è fermata al 27,9%. Poco, pochissimo. Le restrizioni agli spostamenti decise per la pandemia e la paura di ricevere visite a casa provocata dal virus non sembrano incidere, visto che nel 2019 le percentuali sono state le stesse che nei due anni successivi. Detto altrimenti: in Lombardia le persone con disabilità gravissima destinatarie della misura B1 sono 8.605 e il 37% di questi è minorenne. Quelli che usufruiscono dei voucher sociosanitari sono 1.565.

Perché i numeri sono così modesti? Una ragione sta nella carenza di personale: gli enti accreditati dalla Regione per fornire alle famiglie i servizi previsti dai voucher faticano a reperire infermieri, educatori professionali ed altre figure di specialisti da immettere nel circuito dei vouicher della B1, questo a sua volta comporta che le prestazioni non siano fornite perché gli enti non riescono a fornirle e quindi i buoni restano inutilizzati. Non c’è solo questo, però: secondo diverse associazioni della disabilità manca ancora oggi un’adeguata pubblicizzazione di questa misura. Diverse famiglie non sanno che hanno la possibilità e il diritto di avere i voucher. Da parte sua la Regione fa sapere che l’obiettivo è far crescere la percentuale di utilizzo: "Con la delibera del 21 febbraio 2022 – spiegano dall’assessorato al Welfare – è stata attuata un’importante revisione dei voucher che trova nei seguenti elementi gli aspetti salienti: il superamento del parametro economico (Isee) quale criterio di accesso, la definizione di interventi specifici correlati ai bisogni dei diversi destinatari con l’individuazione di un voucher dedicato alle persone con autismo in aggiunta al voucher sociosanitario, la declinazione di prestazioni e interventi ammissibili per entrambe le tipologie di voucher, l’individuazione dei profili professionali coinvolti, l’individuazione del perimetro degli enti gestori abilitati". Questa "revisione – è la conclusione – mira a valorizzare l’intervento di Regione a sostegno delle persone con gravissima disabilità e a registrare in futuro valori percentuali diversi da quelli degli anni precedenti rispetto all’effettivo impiego delle risorse a disposizione".

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