ANDREA GIANNI
Cronaca

Il turismo vola, eppure gli alberghi soffrono: mancano 18mila lavoratori

Posizioni rimaste scoperte e candidati che disertano i colloqui: alcune strutture riducono i servizi in giornate di minore afflusso

Gli alberghi milanesi soffrono per la carenza di personale (Archivio)

Gli alberghi milanesi soffrono per la carenza di personale (Archivio)

Milano – La Milano degli alberghi, con numeri di turisti da record, non riesce a trovare personale. Mancano all’appello dai 15 ai 18mila lavoratori, secondo le stime di Maurizio Naro, presidente di Federalberghi Milano, che equivalgono ad altrettanti posti di lavoro scoperti nel settore del turismo.

Servizi a scartamento ridotto

"Le strutture, in generale, sono ancora sotto del 15-20% rispetto agli organici necessari – spiega – soprattutto nel reparto ristorazione e ricevimento. È difficile riuscire a coprire i turni e per questo alcuni stanno riducendo i servizi in orari e giornate di minore afflusso. Il problema è che la maggior parte dei candidati non si presenta neanche ai colloqui, e anche per questo va fatta un’operazione per ricostruire l’immagine del nostro lavoro e renderlo attrattivo".

Gli addii post cassa

Durante la pandemia, che ha bloccato gli spostamenti e quindi anche le attività ricettive, molti lavoratori degli hotel rimasti in cassa integrazione hanno cambiato settore. I “buchi“ non sono stati ancora colmati, mentre cresce il turismo e quindi il giro d’affari per gli albergatori. Da gennaio ad aprile sono arrivati più di 2,5 milioni di visitatori in città, 3,5 considerando l’hinterland.

Ma il settore tira...

Numeri "da record", superiori agli anni pre-Covid, grazie anche a grandi eventi come il Salone del Mobile. "Il turismo sta sostenendo la ripresa del nostro settore – prosegue Naro – e, per la sua importanza anche in una città come Milano, meriterebbe una maggiore considerazione".

L’effetto della pandemia, invece, si fa ancora sentire sui viaggi business: "Le imprese hanno ridotto le trasferte e tagliato i budget, sfruttando i risparmi generati dalle riunioni di remoto, e abbiamo un 10-15% di stanze, occupate dalle aziende per le loro esigenze, in meno rispetto al 2019".

Andrea Gianni