"Ad Arese aiuti per medici e pediatri". Sindaco sotto accusa

La difesa: quelle della Regione non sono sufficienti neppure per darne una a nucleo familiare

Il lotto di mascherine è arrivato in municipio. Prima la conta poi la scelta impopolare della sindaca di Arese: "Dopo lunghe riflessioni, abbiamo deciso di non distribuire una mascherina a tutti i cittadini di Arese". Meno di 20mila abitanti in città, la fornitura ricevuta da Regione Lombardia "non è sufficiente neppure per dare una mascherina a nucleo familiare" le parole della prima cittadina, Michela Palestra. "Per questo abbiamo ritenuto di utilizzare le mascherine mettendole a disposizione dei medici di famiglia e dei pediatri per le persone con situazioni di criticità sanitaria" aggiunge la sindaca. L’invito agli aresini è quello di non recarsi agli studi medici per pretendere le mascherine "non sarà una distribuzione a pioggia, sarà una scelta consapevole e mirata". "La decisione regionale di distribuire mascherine ai comuni è una scelta che mi mette profondamente a disagio e che valuto come un brutto scivolone, una scelta populista che rischia, per altro, di illudere di poter allentare il livello di attenzione sulle misure di contenimento", sottolinea Palestra. "A Regione Lombardia chiedo invece che si muova per tutelare con ogni mezzo le case di riposo, ospiti e personale che ci lavora - prosegue la prima cittadina -, chiedo una politica di massima attenzione verso tutto il personale sanitario, chiedo che tuteli i medici di famiglia e i pediatri con tamponi e con dispositivi di protezione individuale. Tutto questo viene prima, molto prima di una distribuzione in quantità non adeguata di mascherine ai cittadini".

Monica Guerci

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