San Donato, acido nella bottiglietta del collega: si indaga su una lettera

Piccole gelosie sul lavoro e risentimenti personali sarebbero alla base di quanto successo

I militari indagano

I militari indagano

Milano, 31 agosto 2018 - «Stai attenta a quello che fai e a dove vai, anche solo ad attraversare la strada». I carabinieri indagano su una lettera anonima, dal contenuto minatorio, che una lavoratrice dell’Eni di San Donato ha ricevuto la settimana scorsa e che potrebbe essere riconducibile ad Elena Bisi, la 52enne di San Giuliano – a sua volta dipendente del gruppo Eni – finita in carcere l’altro giorno con l’accusa di tentato omicidio dopo aver cercato di avvelenare un collega, iniettando dell’acido cloridrico nella bottiglietta dell’acqua che il malcapitato teneva sulla scrivania.

La donna è accusata anche di atti persecutori non solo nei confronti dell’uomo – un 41enne che si è salvato sputando l’acqua appena sorseggiata e che nei giorni precedenti aveva ricevuto telefonate anonime di minacce – ma anche nei confronti di una collega di 35 anni che in passato si è ritrovata con l’auto e la porta di casa imbrattate di vernice. Proprio la 35enne, che aveva segnalato gli imbrattamenti con una denuncia contro ignoti, è la destinataria della lettera anonima, su cui ora si stanno concentrando le verifiche.

Si fa strada l’ipotesi che anche la missiva, scritta a computer e piena di minacce nei confronti della vittima e dei suoi familiari, possa essere opera della Bisi. Dunque, gli approfondimenti su quanto accaduto proseguono, sotto l’egida dei carabinieri del Nucleo radiomobile e della stazione di San Donato. Intanto, nell’interrogatorio di ieri davanti al gip Franco Cantù Rajnoldi la donna, che dopo l’arresto è stata portata a San Vittore, è rimasta in silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere.

Piccole gelosie sul lavoro e risentimenti personali sarebbero alla base di quanto successo. Fatti che, uniti a una presunta forma di depressione, hanno agito come un detonatore sulla mente della 52enne, portandola a inanellare una serie di gesti scriteriati, ai danni dei compagni di scrivania. Pare che già da alcuni mesi i rapporti tra l’impiegata e i colleghi si fossero intesiti; nessuno, tuttavia, immaginava che la donna potesse arrivare a tanto. La notizia del tentato omicidio si è diffusa rapidamente, negli ambienti dell’Eni ma non solo, lasciando tutti senza parole.

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