Pessano, tredici proposte d’acquisto per Mercatone Uno

Intanto martedì il futuro del colosso dell’arredamento low-cost torna sul tavolo romano con sindacati e ministro dello Sviluppo

Tutti con il fiato sospeso  da quando nel 2015 è scattata l’amministrazione straordinaria

Tutti con il fiato sospeso da quando nel 2015 è scattata l’amministrazione straordinaria

Pessano con Bornago (MIlano), 29 novembre 2019 - Conto alla rovescia per il salvataggio di Mercatone Uno. Il futuro del panzer del mobile low-cost torna sul tavolo del Governo a Roma, martedì sindacati e il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli faranno il punto sulle offerte di acquisto dopo il bando che dovrebbe mettere fine all’agonia. In bilico ci sono 1.860 posti di lavoro, 32 a Pessano, e centinaia di aziende dell’indotto con altri 10mila addetti. Tutti con il fiato sospeso da quando nell’estate 2015 è scattata l’amministrazione straordinaria, salvo la parentesi di nove mesi nelle mani della holding privata Shernon, fallita a sua volta a maggio per decisione del Tribunale di Milano. Una scelta che ha portato l’Esecutivo ad aprire un secondo concorso

Ci vorrà ancora un po’ di pazienza per conoscere il contenuto delle 13 proposte arrivate come riscontro al bando di vendita delle società del gruppo lanciato il 19 luglio dai nuovi commissari - Luca Gratteri, Antonio Cattaneo e Giuseppe Farchione - e chiuso a fine ottobre. I tre sono al lavoro per capire se ci siano margini di miglioramento. 

I dipendenti incrociano le dita: «Speriamo non sia un altro Natale al freddo«, dicono cassiere e addetti in naftalina da troppo tempo. «Siamo sempre stati vicini al personale, il Comune è a disposizione«, ricorda il sindaco Alberto Villa. Ha fatto pressing sulla gestione dello store perché ripulisse i rifiuti accumulati nel parcheggio sulla Sp 13, «era diventato una discarica a cielo aperto, un brutto segnale. Ora, è di nuovo tutto in ordine. Mi auguro che presto vedremo la saracinesca alzata«. Il marchio era sbarcato qui negli anni Novanta ed era diventato subito punto di riferimento per migliaia di famiglie. 

C’è da sciogliere pure il nodo dei fornitori – su cui pesa il grosso del dissesto, 550 milioni secondo i calcoli dell’associazione che hanno costituito per tutelare i loro crediti – e dei consumatori, perché centinaia di clienti stanno pagando rate di finanziamento e hanno versato acconti su merce mai ricevuta. Mentre i dipendenti rimasti (erano oltre 3.300 quando fu aperto il primo commissariamento) sono in cassa integrazione straordinaria e ancora sperano in un salvataggio in extremis prima di fine anno, quando scadranno gli ammortizzatori. 

Sulla vicenda c’è anche l’interpellanza dei Cinque Stelle in Parlamento per la sostituzione dell’organismo di sorveglianza della procedura Mercatone Uno, per le molte ombre che coprono i tre anni del primo commissariamento e la vendita alla fallita Shernon Holding, vicenda su cui sta indagando anche il Tribunale di Milano, a giorni è attesa la relazione del commissario giudiziale.