Pioltello, Centro anziani vietato agli under 55: "Discriminata mia figlia disabile"

Da sei anni Umberto Gatti chiede invano all’amministrazione di cancellare la disposizione. "Cristina si illumina quando balla, poter venire con me ai pomeriggi danzanti la renderebbe felice"

Umberto Gatti e la figlia Cristina

Umberto Gatti e la figlia Cristina

Pioltello (Milano), 30 novembre 2019 - Un padre anziano non può andare al centro anziani con la figlia disabile – una donna di cinquant’anni non autosufficiente – chiede di modificare il regolamento ma ottiene solo silenzio. È ferma al protocollo da sei anni la richiesta di buon senso scritta nel 2013 da Umberto Gatti, un settantasettenne di Limito che si sente calpestato nei suoi diritti di padre. Un cavillo burocratico discrimina lui, la figlia e tutti gli anziani che non possono uscire di casa senza una badante che si occupi di loro. E questo perché il regolamento dei centri anziani prevede una soglia di età. Ammessi solo gli over 55, esclusi tutti gli altri. Compresi i figli, che non possono rimanere in casa senza i genitori anziani, oppure le badanti di chi non deambula in autonomia. 

«Mia figlia Cristina si illumina quando balla, poter venire con me ai pomeriggi danzanti le dà una grande felicità – racconta il papà Umberto –. Molti Comuni hanno abbassato l’età prevista per poter accedere ai centri anziani in modo da favorire i residenti in difficoltà: persone come me, che vivono con figli disabili o con forti problemi di socializzazione, oppure anziani costretti a muoversi con una badante. Trovo discriminante lasciarci fuori per un cavillo burocratico». 

Padre e figlia , ogni domenica, sono costretti ad andare fuori città – dove non hanno diritto alle tariffe per residenti – per trascorrere una giornata spensierata. «Andiamo a Cernusco o a San Giuliano Milanese, città che non ci chiudono le porte in faccia – continua Umberto Gatti –. La mia battaglia non è solo per mia figlia, ma per tutti i pioltellesi in difficoltà. In tutti questi anni dal Comune nessuno mi ha mai risposto, solo la commissaria prefettizia mi aveva contattato per dirmi no». Oltre il danno, la beffa. «Nel 2013 ho sollevato il problema e, per tutta risposta, non hanno più fatto entrare Cristina al centro». 

Dal Comune risponde l’assessore ai Servizi sociali, Antonella Busetto: «Non è vero che non abbiamo mai risposto, comunque stiamo rivedendo i regolamenti e cercheremo di valutare i casi particolari, come anche la possibilità di accesso alle badanti». E continua: «Abbiamo approvato una delibera per rimettere in sesto i centri, stiamo lavorando molto per i nostri cittadini – continua l’assessore –. È complicato aprire le strutture ai disabili, per molti di loro sarebbe più utile frequentare coetanei nei centri diurni, dove abbiamo operatori che li possono seguire come meritano. Comunque, valuteremo tutti questi casi e ne terremo conto in fase di revisione dei regolamenti dei nostri centri».