Cambiago, la rivolta dei genitori all'asilo: "I nostri figli respirano veleni da due anni"

Infuocata assemblea sull’asilo chiuso per cattivi odori. I genitori ricollegano i singoli episodi di dermatiti e irritazioni tra i bambini

Nella gremitssima sala alla Filanda esplode la rabbia di papà e mamme

Nella gremitssima sala alla Filanda esplode la rabbia di papà e mamme

Cambiago (Milano), 19 dicembre 2019 - Alta tensione all’assemblea pubblica organizzata dal sindaco leghista Laura Tresoldi per fare il punto sulle puzze all’asilo di Cambiago. La scuola è chiusa dal 2 dicembre e dopo le vacanze di Natale si traslocherà a Gessate, nel frattempo le famiglie si sono arrangiate come potevano. Martedì, davanti a un auditorium strapieno, in Filanda, il primo cittadino e l’assessore all’istruzione Lorena Colombo si sono scusati con le famiglie per i problemi causati dai miasmi. Ma ai genitori dei 108 bambini della materna Prandi, chiusa da 17 giorni, non basta. Innanzitutto, dalla giunta vogliono sapere quali siano gli effetti sulla salute dei figli che «hanno respirato sostanze nocive negli ultimi due anni». Formaldeide, normal-esano, acetone, un elenco che fa paura. È cominciato tutto dopo la ristrutturazione dell’istituto conclusa nel 2017, 640mila euro per rifare tetto, pareti, pavimenti, bagni. Gli odoracci sono iniziati subito, le mamme parlano di vestitini e lenzuolini impregnati di un lezzo irritante che «non scompariva neppure dopo lavaggi a 60 gradi». E di «dermatiti, congiuntiviti, broncospasmi sempre più frequenti». «All’inizio, credevamo fossero singoli episodi, scollegati. Poi, abbiamo capito che il denominatore comune era la scuola», racconta Elisabetta De Ambrosi, fra le prime a sollevare il problema. Alessandro Lauricella, l’esperto ingaggiato dall’amministrazione per risalire all’origine del fetore, dice che si tratta «di sostanze in quantità minime», ma Ats e Arpa non hanno ancora fatto analisi, nonostante la richiesta dei genitori vada in questa direzione. 

«Non sono attrezzati per indagini indoor, cioè all’interno di edifici - rivela De Ambrosi – i tecnici regionali mi hanno detto che non hanno i macchinari necessari». Intanto, le classi restano inaccessibili per permettere i test sull’aria eseguiti da privati. I sospetti sono concentrati su una colla utilizzata per il restyling, ma sono stati esaminati anche i mangia-polvere, i prodotti per la pulizia, ma pare che sia tutto in ordine. Una cosa è certa, le condizioni di contesto non erano delle migliori: «Il ricambio d’aria, insufficiente, la pulizia pure», precisa Lauricella. Mentre si attendono i nuovi esiti, i bambini si preparano a fare la spola con i vicini e le famiglie a depositare un esposto in Procura. Si sono rivolte a un avvocato «per mettere nero su bianco tutte le tappe della vicenda – chiarisce Roberto Vegetti, uno dei rappresentanti di Genitori Cambiago Avanti tutta, il gruppo nato in seguito alla vicenda -. La priorità per noi è capire gli effetti dell’esposizione agli inquinanti, ma bisogna anche mettere a fuoco eventuali responsabilità. Per questo abbiamo deciso di rivolgerci alla magistratura». «Erano mesi che chiedevamo al Comune di intervenire – ricorda Miriam Sironi, un’altra mamma – i nostri figli si portavano addosso il problema. Ci hanno messo troppo tempo a darci retta. Eppure, avevamo ragione. Ci interessa una sola cosa: sapere quali conseguenze abbia tutto questo. Ci aspettavamo di trovare qui dei pediatri per entrare nel dettaglio e invece gli specialisti non ci sono». Docenti e personale della scuola andranno a visita medica, «per il rischio che hanno corso – fa presente la quarta rappresentante di Avanti tutta Mara Schipilliti – e i bambini no. Ma cosa aspettano?». «Serve l’ordine di un ente terzo», risponde il sindaco, quindi è tutto rimandato. 

Domani cominciano altri test. Famiglie e amministratori sigilleranno le aule e il 10 gennaio si preleveranno campioni. «Ma senza arieggiare come invece si vorrebbe fare», ripete Sironi. «Non vogliamo sapere cosa respireranno i nostri bambini – sottolinea Vegetti – ma cosa hanno respirato». È la richiesta pressante in arrivo dalla platea. La preside Regina Ciccarelli ha raccontato del tanfo fortissimo in una stanza in cui «tolte carta da parati e boiserie è rimasta la colla», ed è proprio in questa condizione «nature» che mamme e papà chiedono che siano svolte le indagini. «Altrimenti non serve a nulla - rincarano i rappresentanti -. Vogliamo sapere, è un nostro diritto, serve la massima trasparenza». Oltre ad autofinanziarsi per sostenere le spese legali, stanno raccogliendo firme per chiedere le dimissioni dell’assessore Colombo. «Ha la delega all’Istruzione, al Commercio e alle Attività produttive, meglio che il sindaco scelga una persona dedicata solo alla scuola», argomenta De Ambrosi. In attesa che la scienza metta un punto fermo e trasformi le ipotesi in fatti, i piccoli preparano le valigie per Gessate. È tutto pronto «manca solo l’autorizzazione di Ats a pranzare sui banchi», conferma il dirigente scolastico.