Publio Virgilio Marone, più semplicemente Virgilio, sommo poeta romano, amato in tutto il mondo da due millenni. E mantovano di nascita, come recita un suo verso: “Mantua me genuit”. Punto. Ora finalmente la patria lo ripaga dandogli una casa in uno dei palazzi più iconici del centro storico. Palazzo del Podestà, tra piazza delle Erbe e piazza Broletto, venne ultimato nel 1227: dopo la morte di Matilde di Canossa è qui che si concentra la vita del libero Comune di Mantova, con le sue istituzioni, i suoi tribunali, la prigione. I Gonzaga cercheranno di cancellarlo ma ci riuscirà ancora di più la storia recentissima. Il monumentale edificio è stato chiuso e abbandonato per tre decenni. La ferita del terremoto del 2012 lo ha però salvato, perché nell’emergenza sono stati trovati i fondi per recuperarlo e dotarlo del museo. Oggi è prevista l’apertura al pubblico dopo anni di lavori e un consistente investimento (11 milioni di euro).
Al redivivo Podestà, si aggiunge un museo che mescola la storia alle più innovative tecnologie immersive. Perché Virgilio, hanno spiegato i curatori della Scuola Holden che ha realizzato l’allestimento, ha lasciato segni indelebili ma ha pure un grande futuro. È infatti alle nuove generazioni che, prima di tutto, che si rivolge il museo. Lo fa sin dal foyer, con spiegazioni per immagini, musica contemporanea (colonna sonora di Nicola Tescari) e testi trasferibili da Qr code di immediata lettura. Le sale successive, ricavate dai maestosi saloni ma tutte dotate di corredo tecnologico e completamente accessibili ai disabili, scandiscono le opere chiave del poeta romano. Si parte dalle Bucoliche, canto pastorale che inneggia a una natura idealizzata: in un ambiente dominato da un suo prezioso busto sono conservati i testi quattrocenteschi e in tre stanze-nicchia, che erano le prigioni, si possono vedere le opere artistiche ispirate ai versi del poeta, dalle Arcadie, alla pittura moderna, al cinema degli albori, a un film di Sorrentino. Oppure, in un’altra sala-nicchia, provare l’esperienza olfattiva dei profumi evocati nei testi virgiliani.
La stanza delle Georgiche parla della natura in relazione al lavoro dell’uomo, quindi delle stagioni, dei raccolti. E per coinvolgere i visitatori nel percorso sono inseriti giochi interattivi a tema. Una “stanza del trono” ospita un raro reperto romano e il richiamo ai temi virgiliani è costituito dai preziosi affreschi ispirati ai mesi dell’anno. Sono immagini per la prima volta recuperate e risanate dopo secoli di oblio. La sala dell’Eneide è dominata da un sottofondo sonoro che evoca la guerra, la fuga e la salvezza di Enea, in un racconto che aspira alla pace. Un ideale senza confini, come conferma la Leggenda di Virgilio, una mappa interattiva che illustra il successo nel mondo del poeta e indica le centinaia di reliquie a lui dedicate.
“Non guardiamo solo al passato, abbiamo voluto realizzare qualcosa per il futuro - ha spiegato Mattia Palazzi, sindaco della città virgiliana e ispiratore del museo -. Sono in contatto con Napoli (la città in cui si trova la leggendaria tomba del poeta e dove lui era celebrato come massimo esperto di magia bianca, ndr), Brindisi e le altre città sulla rotta di Enea. Vogliamo diventare un punto di interesse internazionale per studiosi e curiosi. E nel futuro ci piacerebbe organizzare un raduno, magari biennale, dei liceali”. Che a Mantova potrebbero conoscere Virgilio anche meglio che sui libri di scuola.