Tredicenne ferita con le forbici, salvata da una passante: "Era in una pozza di sangue"

Sfigurata dalle ferite al volto e con i tendini della mano recisi: solo l'intervento di una donna che ha assittito alla scena ha evitato che morisse dissanguata

Il luogo dove la 13enne è stata aggredita con le forbici (foto Telemantova)

Il luogo dove la 13enne è stata aggredita con le forbici (foto Telemantova)

Castelbelforte (Mantova) - Alla donna che l'ha soccorsa, e che forse le ha salvato la vita, ha avuto solo la forza di sussurrare con un filo di voce il nome delle ragazzine che l'hanno quasi uccisa. Solo l'intervento della donna coraggiosa, che ha messo in fuga le assalitrici e ha dato l'allarme, ha evitato che finisse dissanguata. Si precisano i contorni drammatici del ferimento di una ragazzina di 13 anni da parte di due sue compagne di scuola, avvenuto alle 4 di pomeriggio di sabato a Castelbelforte, un paesino del Mantovano, 3.300 anime, a ridosso con la provincia di Verona.

Scuola, sport, catechismo: quanta invidia

Tanti particolari, alcuni agghiaccianti, emergono dalle testimonianze di chi c'era o ha sentito i racconti delle protagoniste. Tranne un elemento-chiave, il perché di tanta violenza: la vittima era una studentessa modello, prima in tutto, a scuola, nello sport, al catechismo e la voce di paese vuole che sia stata aggredita per invidia, per i troppi bei voti. Quanto alla gelosia per un ragazzino conteso, nemmeno i rumors la confermano.

Torniamo ai fatti. "Sabato pomeriggio ero a lavorare (nel suo laboratorio da elettricista, ndr) - racconta il sindaco leghista Massimiliano Gazzani - ho sentito le sirene delle ambulanze e sono uscito". A due isolati di distanza sono arrivati i soccorsi, i carabinieri e sta atterrando un elicottero: "Ho visto quella ragazza sul prato, in una pozza di sangue. Mi ha fatto una terribile impressione, ho saputo che l'ha salvata in extremis una giovane donna che abita lì".

Eroina per caso

In via Roncolevà, il luogo del ferimento, c'è un piccolo parco con qualche panchina e un capannone industriale a pochi metri, separato da una passerella tra le siepi. La figlia del titolare del capannone per caso è lì a raccogliere legna, sente delle urla e vede la scena: due ragazzine che ne tengono ferma un'altra, la prendono a pugni e poi la colpiscono con una un oggetto che sembra un coltello. La donna si lancia verso di loro, le teenager scappano (ma una torna indietro a raccattare, con freddezza, le forbici servite per l'agguato, forbici da sarta poco appuntite, che per fortuna hanno evitato il peggio) mentre la testimone lancia l'allarme.

La ragazzina ferita è vigile quando arrivano i soccorsi ma le sue condizioni continuano a preoccupare: il pestaggio ha lasciato il segno su tutto il corpo, ha ferite alla testa e al volto che potrebbero sfigurarla, soprattutto le sono stati recisi i tendini di un polso, probabilmente mentre cercava di difendersi. Oggi verrà operata nell'ospedale Borgo Trento a Verona, dov'è ricoverata e dove cercheranno di salvarle la funzionalità della mano.

Non imputabili

Che fanno intanto le sue due coetanee, compagne di scuola e acerrime nemiche? Subito dopo i fatti sono corse a casa: una ha raccontato al padre cosa era accaduto e lui ha chiamato la famiglia dell'altra ragazza assalitrice per dire che stava andando dai carabinieri. Le vie tra familiari e uomini dell'Arma si sono incrociate, perché nomi e indirizzi delle tredicenni violente erano già stati individuati. Le teenager sono state ascoltate nella caserma di San Giorgio Bigarello, che ha competenza su Castelbelforte, e rimandate a casa: sono minorenni, non imputabili e non sottoponibili a misure di sicurezza. I carabinieri, però, invieranno un rapporto sui fatti al Tribunale dei Minori di Brescia. Oggi la scuola del paese riaprirà, le due ragazze però non ci saranno, ma lo choc per quanto accaduto dominerà la ripresa settimanale: per questo è già stato convocato uno psicologo che interverrà sulla terza media frequentata dalle tre ragazzine, ma anche sul resto della scuola, se servirà ad allentare la tensione e a rispondere all'incredulità.