Pandemia e guerra hanno rubato ai giovani la gioventù

Il Covid-19 ha provocato ansia, disagio e danni psicologici di lungo periodo. Gli adolescenti: “Abbiamo perso gli anni migliori della nostra vita”

Illustrazione di Arnaldo Liguori

Illustrazione di Arnaldo Liguori

Gli effetti della pandemia, sui giovani, sono ancora incalcolabili e questa è la nuova puntata di Dieci. Una storia raccontata con video, foto e infografiche. Se stai leggendo da uno smartphone, clicca su > questo link < per godertela a piena. Altrimenti, inizia a sfogliare quello che vedi qui sotto.

La pandemia, prima, e la guerra, dopo, hanno avuto un impatto significativo sui giovani. Gli effetti psicologici, soprattutto, sono quelli con cui sarà necessario confrontarsi ancora per lungo tempo. Il tempo speso nella didattica a distanza, il distanziamento sociale, lo stato di crisi permanente: tutto questo è stato vissuto dai giovani come una perdita di esperienze, di tempo, di futuro, di orizzonti.

“La nostra adolescenza non l’abbiamo vissuta. Gli anni più belli e spensierati della nostra vita ci sono stati tolti. Ovviamente non per colpa nostra, però comunque non li abbiamo vissuti”. Ogni parola una verità, espressa da una ragazza dell’Istituto Europa Unita, di Lissone. Due anni, quando hai 16 o 18 anni, sono un’enormità di tempo. Una gioventù rubata.

Il danno emotivo e psicologico è incalcolabile. Secondo un’indagine commissionata dal Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi, rispetto a due anni fa si è registrato un aumento del 31 per cento dei pazienti in terapia con meno di 18 anni. Tra questi, 1 su 2 vive un disagio psicologico, mentre 1 su 10 manifesta un disturbo clinico.

“Non c’è una sola classe – racconta il docente Ruggero Cesana – in cui non ci siano una o due casi di studenti o studentesse che hanno avuto grossi problemi di tipo psicologico. Più genericamente emotivi o addirittura psichiatrici”. Un rapporto dell’Istituto superiore della sanità ha confermato che durante la pandemia, il 71 per cento dei minori sopra i 6 anni ha manifestato problematiche comportamentali.

Ma i dati forse peggiori arrivano dalle rilevazioni della Fondazione Italia in salute, che ha mostrato come tra i giovani tra i giovani di 18-25 anni ha adottato stili di vita più malsani. Il 46 per cento fa meno attività fisica, il 31 per cento mangia di più, il 28 dorme di meno, il 9 per cento consuma più alcol o ha cominciato a bere e, infine, il 4 per cento fuma di più o ha iniziato a fumare durante la pandemia. Sono più frequenti anche gli attacchi di panico.

Un vastissimo rapporto dell’Unicef, l’impatto della pandemia potrebbe avere ripercussioni negative sulla loro salute nel lungo periodo. Anche nella sfera dell’intimità e della socialità, le conseguenze sono ancora visibili. “Chi ha frequentata la seconda o la terza superiore non ha quasi mai visto i compagni fino ad ora”, spiega Roberto Crippa, dirigente scolastico dell’Istituto Europa Unita. “Sono stati quasi spaventati, quando è ricominciata la scuola, di tornare a una dimensione alla quale non erano abituati. Non erano più abituati a relazionarsi”.

Le conseguenze, a livello affettivo, sono difficili da misurare e da prevedere. Persino il ritorno a una vita senza mascherine, per molti, è stata fonte di ansia. “A volti mi ritrovo a metterla senza neanche accorgermene – racconta una studentessa – perché è come una sorta di scudo. Nasconde quelle insicurezze fisiche che abbiamo tutti”. Dall’altra parte, afferma il professor Cesana, “a quell’età la mascherina è una grossa limitazione di interazione col prossimo. Proprio nel periodo in cui il corpo e la faccia cambiano e magari c’è più attenzione ai propri difetti, la mascherina non ha permesso di abituarcisi e di accettare sé stessi”.

Questi ragazzi e queste ragazze hanno affrontato una pandemia da vicino e una guerra da lontano, nel mezzo di una crisi economica che limiterà le loro possibilità di impiego. Si sentono una generazione sfortunata? Sì e no. Il flusso di pensieri è variegato: “A volte mi chiedo quando finirà. Abbiamo già perso tanto”. “Ogni generazione ha i suoi problemi”. “È normale che nel corso di una vita si vivano periodi brutti”. “Il problema è il lavoro, ho provato a cercare un impiego e ho trovato lavoro in nero, paghe da tre euro l’ora. Uno schiaffo di realtà”. “Siamo fortunati, abbiamo accesso a tutta l’informazione possibile”. “Abbiamo cose che i nostri genitori non avrebbero neanche potuto immaginare. Non ci manca niente”.