Massaggio più che illecito. Fu violenza sessuale: condannato volontario Cri

Lodi, inflitti un anno e nove mesi a cinquantottenne. Pena sospesa ma dovrà partecipare a un percorso di recupero. Un altro episodio al vaglio.

Massaggio più che illecito. Fu violenza sessuale: condannato volontario Cri

Massaggio più che illecito. Fu violenza sessuale: condannato volontario Cri

È stato giudicato colpevole del reato di violenza sessuale Luciano B., 58 anni, volontario della Croce Rossa di Lodi. Si è svolta ieri infatti l’ultima udienza al tribunale di Lodi e, dopo che il pm e la difesa hanno fatto le loro arringhe conclusive, il giudice lo ha condannato ad un anno e 9 mesi più le rimborso spese processuali, riconosciute le condanne attenuanti; concessa all’imputato la sospensione della pena con la partecipazione di un percorso di recupero presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione e recupero di soggetti condannati per violenza sessuale.

I fatti risalgono alla notte del 20 agosto 2022, quando l’uomo e la parte offesa prestavano servizio volontario al centralino alla sede della Croce Rossa di Lodi. Secondo la ricostruzione, l’uomo si sarebbe avvicinato alla giovane offrendole un massaggio shiatsu alle spalle, disciplina olistica di cui l’imputato è accreditato. Tuttavia, non si sarebbe fermato alle spalle, arrivando a mettere le mani nelle tasche della donna fino a toccarle l’inguine. La ragazza allontanatasi si è diretta alle macchinette automatiche, qui l’uomo avrebbe continuato la molestia, allungando nuovamente le mani.

Durante il procedimento si è ascoltata anche la testimonianza di un’altra volontaria, che ha fatto anche lei querela contro l’imputato per fatti di violenza subiti al centralino, con modi molto simili a quelli subiti della persona offesa (il suo procedimento è ancora nella fase di indagini preliminari). Il racconto di quest’ultima, unito a quello della parte offesa e agli altri volontari giovani della Croce Rossa, hanno evidenziato un clima "da camerata", in cui volontari più anziani erano soliti fare numerose battute sessuali, inviarsi contenuti pornografici in chat di gruppo e comportarsi in maniera inopportuna modalità che l’imputato, secondo la ricostruzione che il giudice ha approvato, ripeteva.

La sua difesa e l’imputato stesso non sono d’accordo con la ricostruzione, l’avvocato si riserva di, una volta lette le motivazioni formulate dal giudice, fare ricorso. Quella che mancherebbe sarebbe una prova che vada oltre la semplice parola della vittima contro quella dell’imputato. Secondo la difesa il tutto sarebbe un malinteso, poiché l’uomo non si sarebbe avvicinato alle parti intime ed anzi non aveva intenzione di compiere atti sessuali.

Luca Pacchiarini