Il consigliere comunale Franco Brumana boccia il Museo dei Bambini: “Un Aquafan con pretese didattiche”

Per l’esponente del Movimento dei Cittadini la struttura che verrà realizzata negli ex bagni di via Pontida è “uno spreco di denaro pubblico che vale 5 milioni di euro"

Il consigliere comunale Franco Brumana

Il consigliere comunale Franco Brumana

Legnano – Uno spreco di denaro che vale cinque milioni di euro: non è ancora nato, è ancora allo stato prodromico del progetto, ma il Museo dei bambini che il Governo legnanese ha battezzato con contorno di rendering solo qualche giorno fa ha già acceso le polemiche e anche questa volta ad riaccendere le polveri è Franco Brumana, consigliere del Movimento dei Cittadini.

Il piano bocciato

Brumana definisce il progetto che dovrà nascere agli ex bagni pubblici di via Pontida come "una sorta di Aquafan con pretese didattiche": "Il fatto che gran parte della spesa sarà finanziato con fondi del Pnrr e del ministero è irrilevante perché si tratterà comunque di fondi pubblici, che avrebbero potuto essere meglio impiegati per interventi di cui Legnano ha molto più bisogno - è la posizione di Brumana -. Il sindaco ha magnificato il progetto con frasi roboanti. Ha dichiarato che addirittura il museo dei bambini ‘cambierà il volto della città’… Insomma ha voluto comunicare all’opinione pubblica che sarà un evento epocale, rispetto al quale la spesa di 5 milioni deve apparire insignificante”.

Si tratta, secondo il consigliere comunale “della solita ricerca esasperata di consenso a spese delle casse pubbliche. Guarda caso, il museo dei bambini verrà inaugurato tra due anni nel pieno della prossima campagna elettorale comunale. Intanto i bambini legnanesi in attesa di diventare scienziati, tecnici ed economisti grazie alle esperienze sull’acqua offerte dal loro museo, questa estate troveranno chiusa la piscina e non avranno contatti con l’acqua per mancanza di fondi comunali".

Un paragone scomodo

Progetto alla mano, che cosa dovrebbe preoccupare per il futuro del museo? Più che i costi di gestione collegati ai consumi e alle utenze, calcolati in 50mila euro l’anno, sono le 15 unità necessarie per far funzionare il museo indicate dagli amministratori a imporre una riflessione, secondo Brumana.

Come realtà di riferimento è stata citata la Città dei Bambini di Genova: dopo decenni di attività e dopo aver chiuso a causa della pandemia, la struttura ha riaperto a fine 2022 con un investimento di 4 milioni di euro, equamente ripartiti tra Porto Antico di Genova e Costa Edutainment e la gestione affidata a questi ultimi sino al 2036. Nei primi due mesi ha registrato 30mila ingressi, ma con una sede al Porto di Genova e a due passi dal noto acquario. Difficile pensare che Legnano abbia lo stesso potenziale.