Nell'Altomilanese il coronavirus si è mangiato l’economia

Fatturati e ordinativi in caduta libera, ma secondo Confindustria c’è chi ha ancora voglia di investire: l'autunno sarà decisivo

Il settore meccanico nell'Altomilanese

Il settore meccanico nell'Altomilanese

Legnano (Milano), 5 agosto 2020 - Cosa succederà da settembre? L’interrogativo preoccupa decine di migliaia di lavoratori in tutto l’Altomilanese e l’Abbiatense. Se pronosticare come potrà essere la ripresa dopo l’estate a oggi è quantomai difficoltoso, di certo soltanto prendendo in seria considerazione l’andamento del mondo produttivo negli ultimi mesi si può provare a immaginare cosa succederà. Impossibile parlare di imprese senza considerare, infatti, i pesantissimi mesi dell’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Sars-cov2.

Due mesi, in alcuni casi tre, che hanno cambiato in modo irrimediabile il panorama economico di tutta l’Italia e, di conseguenza, anche dell’Altomilanese. E questo cambiamento si evince anche dai dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Alto Milanese nell’indagine congiunturale del secondo trimestre dell’anno. Ovvero i mesi durante i quali l’emergenza sanitaria ha portato uno sconquasso mai visto prima nel mondo.

Secondo l’analisi dell’associazione industriali, la produzione in questi mesi è risultata in contrazione, senza differenze settoriali o tra singole aziende dello stesso comparto, per circa l’80% delle imprese del campione, rimanendo stabile per il 18%. Solo il 3% delle imprese ha registrato un aumento. Medesima tendenza per il fatturato: il 90% delle aziende intervistate ha segnalato un calo rispetto al primo periodo dell’anno, e soltanto il 5% una crescita. Dati disastrosi, ma inevitabili viste le chiusure. Il settore che ha pagato maggiormente la crisi è stato quello della moda: produzione - diminuita dell’88% -, ordinativi e fatturato sono scesi. Nessuna azienda ha fatto registrare miglioramenti e anche per il semestre in arrivo l’ottimismo non è una caratteristica predominante in questo momento.

Non se la passa molto meglio il meccanico: produzione in flessione per il settore e una perdita di fatturato per l’84% delle imprese. Il flusso di nuovi ordini è calato soprattutto per le commesse interne. Per quanto riguarda le prospettive, le imprese meccaniche sono caute: le vendite sono previste in crescita per il 21% (era l’11% nell’indagine precedente), in abbassamento per il 42% (era l’89%) e sostanzialmente uguali per il 37%. Migliora la volontà di effettuare investimenti che riguarda il 58% del campione, decisamente in ripresa rispetto al 26% del periodo precedente.

Contrazione anche nel chimico e nella lavorazione di materie plastiche: produzione ridotta per il 75% delle aziende, in calo anche fatturato e ordini. Oltre al costo delle materie prime. Per i prossimi sei mesi, il 33% delle imprese prevede un aumento delle vendite e il 25% una diminuzione.