Abbiategrasso città delle arachidi

L’unica produzione del genere in Lombardia è quella di Agrinaviglio

PRIMA LINEA «Assieme ai miei collaboratori Reda e Mamadou, passo pianta per pianta e con le unghie uccido la singola cocciniglia. Non usiamo pesticidi  e non facciamo il diserbo»: quelli di Agrinaviglio possono essere considerati metodi davvero a chilometro zero e a loro modo biologiciESPERIENZA Monica D’Alfonso:  «Tornata da una esperienza in Cina nel 2015 ho preso  le redini dell’azienda»

PRIMA LINEA «Assieme ai miei collaboratori Reda e Mamadou, passo pianta per pianta e con le unghie uccido la singola cocciniglia. Non usiamo pesticidi e non facciamo il diserbo»: quelli di Agrinaviglio possono essere considerati metodi davvero a chilometro zero e a loro modo biologiciESPERIENZA Monica D’Alfonso: «Tornata da una esperienza in Cina nel 2015 ho preso le redini dell’azienda»

di GIOVANNI CHIODINI

– ABBIATEGRASSO –

ARACHIDI made in Bià. Questa idea, che è l’unica produzione del genere in tutta la Lombardia, è stata pensata e realizzata da Monica D’Alfonso, biologa con la passione per l’agricoltura naturale. Nei giorni scorsi c’è stata la prima raccolta e il risultato è stato soddisfacente. «Abbiamo dovuto piantarle due volte - racconta - perché le piante hanno necessità, per germogliare, che la temperatura del terreno non vada sotto i 16 gradi e che non piova troppo. Quando poi viene fecondato il fiore, che è minuscolo, nascono delle specie di liane che vanno nella terra, perché l’arachide nasce e si sviluppa sottoterra». «Non usando diserbanti, abbiamo speso giornate intere tra le piante ad estirpare l’erba attorno e permettere che le liane penetrassero nel terreno. L’altra erba si lascia perché mantiene l’umidità giusta» spiega. «La resa è stata buona - commenta -. Poche piante sono state interessate dai parassiti. I problemi sono la manodopera e il tempo che ci si mette. Probabilmente lo rifaremo, anche perché l’esperienza è piaciuta a molti, che si sono detti disponibili a collaborare per estirpare l’erba la prossima primavera. Potrebbe nascere un’eccellenza per tutta questa zona». Monica D’Alfonso crede moltissimo nel proprio lavoro. «Tornata da una esperienza in Cina nel 2015 ho preso le redini dell’azienda - ricorda -. Quello che vogliamo realizzare è un progetto ambizioso: promuovere le buone pratiche e soprattutto dimostrare che si può produrre a impatto vicinissimo allo zero. Noi gli ortaggi li coltiviamo in orti sinergici senza la lavorazione della terra (viene rivoltata una volta sola, quando di preparano le aiuole, ndr) mentre le piante al suo interno saranno messe in modo da creare delle sinergie tra di loro. Il principio è che la terra debba trovare da sè il proprio equilibrio». I pesticidi sono quindi banditi: «Per vincere i parassiti usiamo macerati naturali, l’ortica e l’equiseto. Non facciamo diserbo. L’erba che cresce la togliamo e la lasciamo sulla terra. Quest’anno abbiamo piantato del grano antico che è nato tra le erbacce, senza problemi. La resa è inferiore, ma la qualità è eccelsa».

LA PRIMA coltivazione di Agrinaviglio è stata quella dei mirtilli. Oggi sono 2.000 piante, con una produzione di 800 chili. Mirtilli che vengono venduti direttamente in azienda e trasformati in concentrati da bere e confetture. «Il mirtillo è una pianta che ha bisogno di un terreno acido. Noi abbiamo la fortuna di avere vicino le querce: quando cadono le foglie le raccogliamo e le andiamo a spargere sul terreno accanto ai mirtilli perché questo è uno dei metodi naturali più efficace per acidificare i terreni. Un altro problema dei mirtilli sono le cocciniglie. Il protocollo bio permette l’uso dell’olio bianco. Noi no. Io, assieme ai miei collaboratori Reda e Mamadou, passo pianta per pianta e con le unghie uccido la singola cocciniglia». Nel frutteto sono visibili le trappole per gli insetti della frutta. «Le facciamo con bottiglie di plastica riciclate e del succo di frutta che attira l’insetto, distogliendolo dalla pianta. Sul noce usiamo acqua e ammoniaca».